Sviluppo Economico – Attività Produttive
Il tema dello sviluppo economico del territorio è stato da sempre il grande assente nell’agenda delle amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni. D’altronde, la pessima abitudine ad approcciarsi alla gestione della cosa pubblica senza alcuna programmazione e rincorrendo le emergenze che si presentavano di giorno in giorno induce a rinunciare a priori ad una visione della città proiettata negli anni a venire.
Prova ne sia che, al di là di vuote dichiarazioni di intenti, non si ha modo di ricordare un’azione amministrativa di politica economica locale che stilasse obiettivi e strumenti di intervento per favorire e stimolare la produzione di ricchezza.
Gli argomenti che si ricordano negli ultimi decenni, la costruzione della caserma e l’avvio di una fase di industrializzazione, avevano in realtà ragioni e natura esogene e si sono rivelati miseri fallimenti dopo essere stati sfruttati a fini propagandistici per personali fortune elettorali.
Anche l’unica infrastruttura di rilievo dell’ultimo decennio – il tanto atteso cavalcaferrovia di Steccato – è in realtà opera progettata, finanziata e realizzata da terzi: ma anche in tal caso non sono mancati i tentativi di accaparrarsi benevolenza ben oltre gli effettivi meriti.
LiberaMente vuole invertire questa tendenza ed inaugurare anche in questo settore un nuovo corso che miri nella prima fase a mettere a pieno frutto le risorse esistenti e i punti di forza del territorio e nel medio periodo ad introdurre ogni misura e strumento a disposizione dell’amministrazione nel quadro della sua autonomia per incentivare le attività economiche soprattutto a beneficio delle future generazioni, alle quali dovrà essere restituito il diritto di scegliere la propria terra tra i luoghi in cui “pensare” il proprio futuro.
Il turismo come attività produttiva
La rivoluzione parte a volte da riconsiderazioni concettuali: il fatto stesso di considerare in passato quella del turismo come delega “altra” rispetto alle attività produttive, magari affidate addirittura ad altro amministratore, fa capire in quanta considerazione era tenuto un settore che dovrebbe essere trainante per l’economia locale.
Per LiberaMente il turismo è attività produttiva a tutti gli effetti, al pari del commercio, dell’industria, dell’agricoltura e dell’artigianato. Ed è attività produttiva di primaria importanza, sulla quale verranno concentrate gran parte delle attenzioni affinché l’iniziativa privata prosperi seguendo ordinati piani di sviluppo e il territorio possa legittimamente dichiararsi a vocazione turistica.
A nostro parere va abbandonato il modello dei villaggi turistici frequentati da visitatori che rimangono chiusi in recinti di lusso ove consumare la vacanza, in un territorio che rimane però a loro estraneo.
Saldare la zona dei villaggi con Steccato attraverso un ponte che oltrepassi il Puzzofieto – quale infrastruttura che assicuri un accesso in regola con le norme di sicurezza e favorisca l’integrazione tra i villaggi e il centro urbano è nostro obiettivo prioritario, ma non basta più: è tempo di considerare Steccato e San Leonardo, e dunque l’intera zona urbanizzata sul litorale, come un immenso albergo diffuso, con tutto ciò che ne consegue ai fini dell’approntamento dei servizi in vista della stagione turistica.
Qui si tocca l’altro aspetto che segnala la storica scarsissima propensione a credere al turismo quale fonte di ricchezza: nella molto limitata ottica di considerare turista principalmente l’emigrante di ritorno si è dimenticato che un territorio che punti sul turismo lavora intensamente affinchè l’attività sia destagionalizzata e dunque aperta al mercato globale, con servizi attivi già dal mese di maggio e fino al mese di settembre. Ma per far questo occorre modificare radicalmente i concetti di riferimento, elaborare un adeguato piano di sviluppo e iniziare a programmare la stagione con un anno di anticipo, esattamente come farebbe un’azienda intenzionata ad entrare credibilmente in qualsiasi mercato.
Ben consapevoli che il lavoro che ci attende è immane e straordinario, ci proponiamo nel periodo del mandato di raggiungere i seguenti obiettivi:
– Implementazione del sistema infrastrutturale con la realizzazione: 1) di un ponte sul Puzzofieto che colleghi Steccato alla zona dei villaggi; 2) dei primi chilometri di pista ciclopedonabile nel quadro di un progetto di più largo respiro che interessi l’intera area turistica; 3) di un’area parcheggio che limiti l’uso delle auto e migliori la viabilità e la qualità della vita nelle zone residenziali;
– Implementazione di sistemi di collegamento e trasporto tra il capoluogo e il litorale;
– Previo intervento di pulizia straordinaria dei luoghi pubblici, introduzione di un adeguato piano di controllo a tutela della pulizia e del decoro urbano ed avvio dei servizi per il turismo a partire dalla primavera inoltrata;
– Adozione di un piano del verde particolareggiato per aumentare le zone ombreggiate e incoraggiare l’accesso pedonale al mare dei residenti;
– Revisione del piano del traffico e presidio del territorio in sinergia con le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato;
– Verifica della piena funzionalità del Piano Spiaggia di recente adozione ed eliminazione delle incongruenze eventualmente rilevate;
– Trasformazione del sistema di distribuzione commerciale, con introduzione di incentivi al commercio fisso;
– Sostegno al progetto “Città Albergo” con l’apertura di uno sportello dedicato.
Agricoltura e Artigianato
Si tratta di due dei pilastri portanti dell’economia locale che sono stati nel corso del tempo progressivamente abbandonati.
Non ci vorremmo fermare a soddisfare le esigenze più elementari degli operatori del settore, ma pensare ad avviare i primi investimenti per tornare a considerare l’agricoltura e l’artigianato aree economiche credibili per costruire il proprio futuro.
Abbiamo in mente due progetti essenziali che, se interamente realizzati, potrebbero costituire il fiore all’occhiello del nostro mandato: lo sviluppo della filiera cerealicola che torni a mettere in primo piano la coltura del grano Cappelli e la realizzazione di una idea datata, ma resa ancora più attuale dalla crisi economica, come la ristrutturazione agevolata dei fabbricati, una misura che darebbe respiro ad un settore asfittico e a centinaia di operatori che da anni vivono nell’angoscia e nell’incertezza.
Con riferimento a quest’ultima misura LiberaMente intende sperimentarne la completa fattibilità facendo partire entro l’anno un progetto-pilota sostenuto da un piano particolareggiato che sarà eventualmente esteso prima ad un rione, poi a tutto il centro urbano.
Sempre sull’artigianato, tenendo conto del contenuto del programma nel settore del Piano di sviluppo urbano, è nostra intenzione promuovere la riscoperta degli antichi mestieri manuali che sembrano destinati a scomparire attraverso la creazione una scuola di formazione interamente gratuita destinata agli adolescenti e gestita in collaborazione con le associazioni di categoria.
All’agricoltura, invece, saranno destinati i frutti delle azioni innovative nel settore della tutela del territorio, dall’acqua recuperata con gli accorgimenti di riciclo al fertilizzante prodotto dagli impianti di compostaggio del rifiuto umido.
Commercio e industria
Le attività imprenditoriali che sono tuttora gestite in loco hanno bisogno di un sostegno concreto per favorirne lo sviluppo e scongiurare la possibilità che nel tempo si registrino ulteriori trasferimenti in altre sedi.
L’Ente locale, da parte sua, non può non riconoscere il suo pieno interesse al rilancio economico del territorio per il tramite dello sviluppo delle attività produttive. Si tratta adesso di capire cosa sacrificare in vista di questo obiettivo primario.
L’intervento, sotto questo punto di vista, non può che riguardare lo studio di un sistema di incentivi per favorire l’avvio di nuove imprese medio-piccole, con riferimento ai tributi locali connessi alle nuove attività.
Le attuali tariffe per lo smaltimento rifiuti e consumo idrico sono studiate (piuttosto iniquamente) in funzione dell’ampiezza dei locali utilizzati e, se costituiscono un carico eccessivo per un’impresa già avviata, possiamo immaginare quanto finisca per scoraggiare l’avvio di una nuova attività imprenditoriale.
Ma l’esenzione totale di tali tributi per il primo triennio di attività, ad esempio, costituirebbe un costo pubblico esiguo di fronte ai benefici connessi all’avvio di una nuova attività imprenditoriale, soprattutto se commisurata a un livello massimo di consumi per anno (tot quintali di acqua, tot quintali di rifiuti) e all’assunzione di almeno una unità lavorativa.
Se a regime nascessero dieci nuove piccole imprese all’anno, l’Ente rinuncerebbe a tributi di scarsa incidenza sul bilancio, ma contribuirebbe alla creazione di nuova ricchezza e di almeno dieci nuovi posti di lavoro. Ed è assodato che la creazione di un posto di lavoro ha costi pubblici medi di gran lunga superiori rispetto a quelli preventivabili con questo sistema.
Ogni sistema di incentivi sarà però reso vano dal persistere di sacche di abusivismo diffuso soprattutto nel settore delle attività commerciali e dall’accentuata attenzione verso il commercio ambulante, che finisce per ripercuotersi gravemente sulle attività commerciali a posto fisso. Un riequilibrio tra i due ambiti appare quanto meno opportuno, soprattutto se si considera che le attività ambulanti si traducono spesso in una esportazione di ricchezza.