Macchina Amministrativa e Sistema delle Regole

Macchina Amministrativa e Sistema delle Regole

Nel cercare di mettere ordine sulla enorme massa di cose da fare nel corso del mandato siamo partiti quasi istintivamente da un principio unanimemente condiviso: chi si appresta ad affrontare con la propria famiglia un lungo viaggio sente la piena responsabilità di garantire piena efficienza e sicurezza al suo mezzo di trasporto.
Per uscire di metafora, riteniamo che l’intervento sulla organizzazione della macchina amministrativa e l’introduzione di un sistema di regole che ne assicuri nel tempo il miglior funzionamento sia propedeutico ad ogni altra manovra o misura teoricamente immaginabile in ogni altro settore amministrativo. Siamo anche perfettamente consapevoli che tutto ciò potrà apparire scontato, e anticipiamo che non sarà la prima volta che ci vedremo costretti ad affrontare una tematica apparentemente banale: ma ciò accade proprio perché è forte la percezione che nel corso degli anni anche questo aspetto – pur così banale – sia stato semplicemente ignorato, per colpevole incapacità o preciso calcolo politico.
Sarà dunque da qui che partirà la nostra sfida: siamo convinti che la città non possa più permettersi il lusso di affrontare una delle fasi più delicate della sua storia senza la più adeguata preparazione e razionalizzazione delle risorse disponibili. E ne siamo talmente convinti che chiederemo ai cittadini di misurare anche attraverso questo parametro il nostro essere diversi e alternativi e la nostra capacità di guidare la comunità in questo fondamentale passaggio della sua vita.

Da dove veniamo?

E’ la domanda che ci siamo posti all’inizio della nostra analisi, perché non possiamo avviare un cambiamento di rotta se non si ha ben chiaro il percorso sin qui seguito e l’obiettivo che si intende raggiungere.
La risposta è drammaticamente semplice.
Veniamo da un’era in cui l’improvvisazione, l’approssimazione, l’opacità, il lassismo interessato hanno decisamente influenzato il metodo con cui sono stati gestiti gli apparati amministrativi.
Al netto dei principi e delle buone intenzioni espresse negli atti che disciplinano i rapporti e le relazioni all’interno dell’Ente, la realtà amara è che negli anni che ci hanno preceduto è risultata del tutto assente una politica del personale: non è stato neppure abbozzato il tentativo di riorganizzare le risorse per restituire efficienza al lavoro, sono mancati una seria attività di formazione, la fissazione degli obiettivi, il riconoscimento delle qualità individuali.
La componente lavoro, che – proprio perché disponibile in grandi quantità – doveva costituire il vero punto di forza, la vera leva di sviluppo per l’implementazione dei servizi sia in termini di quantità che in termini di qualità con relativo abbattimento dei costi, è stata di fatto abbandonata a se stessa, massificata e dequalificata, favorendo la diffusione dell’immagine del dipendente comunale incapace e fannullone.

Organizzare per valorizzare

Contrariamente a quella che è stata fatta apparire come la sua accezione più negativa, il termine organizzare è per noi funzionale al termine valorizzare: dare cioè valore riconoscibile alle competenze della persona, alla qualità del lavoro prodotto e alla sua gratificazione professionale.
Ma questo resta un obiettivo ultimo che non potrà mai essere raggiunto se non appresteremo tutti gli strumenti necessari per facilitare la prestazione di lavoro, motivare le risorse umane, responsabilizzare ruoli e funzioni.
Essendo queste le linee-guida di intervento, appaiono assolutamente necessari e non più rinviabili:
– L’implementazione di un ufficio del personale meglio strutturato e dotato di tutti gli strumenti necessari per il suo funzionamento;
– La qualificazione e formazione del personale, anche alla luce dei più recenti interventi sulla dotazione organica, per avviare nuovi servizi e migliorare la qualità dei servizi già prodotti;
– L’instaurazione di un sistema di relazioni interne improntate al riconoscimento e al rispetto dei ruoli, delle funzioni e delle responsabilità;
– L’introduzione delle buone pratiche suggerite dagli organismi che studiano e combattono i fenomeni criminali per preservare l’azione amministrativa dal pericolo di inquinamento mafioso;
– L’adozione di ogni meccanismo diretto a riconoscere la prevalenza del criterio meritocratico;
– L’adozione dei sistemi di rotazione del personale più idonei ad assicurare completezza di esperienza e ad evitare radicamento di poteri personali;
– L’introduzione di sistemi di valutazione che favoriscano l’imparzialità della azione amministrativa e riducano il rischio di abusi e arbitrii;
– L’utilizzo di programmi telematici e infrastrutture digitali che garantiscano in tempo reale e in nome del principio della trasparenza il più facile accesso dei cittadini agli atti amministrativi e alle certificazioni;
– L’adozione di ogni accorgimento utile per migliorare l’accoglienza e le relazioni con il pubblico e l’informazione più corretta della cittadinanza sull’attività amministrativa.

Interventi massicci e immediati

Come si vede, non è affatto azzardato definire massicci gli interventi programmati. Né potrebbe essere altrimenti, considerato il gravissimo ritardo accumulato dall’Ente in termini di connotati organizzativi pronti a rispondere alle esigenze di una società al passo con i tempi. Osiamo anzi dire che la sfida più avvincente nel medio-lungo periodo non è soltanto quella di allineare l’organizzazione del Comune di Cutro a quella di un’azienda finalmente moderna, ma quella di rendere l’Ente un modello di riferimento – tanto per il livello dei servizi, quanto per la sua conseguente attività di promozione del territorio – in cui i cittadini possano orgogliosamente riconoscersi.
Per nutrire questa ambizione è necessaria la massima determinazione e non tralasciare nulla di ciò che serve: basta che manchi un solo ingrediente della ricetta perché il risultato sia deludente.
Non solo siamo convinti che il fondamentale processo di riorganizzazione debba essere adottato nella sua interezza, ma crediamo a maggior ragione che debba partire senza alcun indugio per essere completato entro il primo semestre di amministrazione: solo così potrà essere avviato già a partire dal prossimo anno il programma di sviluppo complessivo pensato per la città.

Meglio tutto che poco

Soprattutto in questo settore acquisisce quindi maggiore valenza la nostra volontà di puntare in alto. Non siamo quelli che si accontentano di risultati minimi o pasticciati, ritenendoli comunque un progresso rispetto al punto di partenza; non diremo mai “meglio che niente”, perché la storia amministrativa della nostra città ci ha insegnato che il poco non basta per avviare il circolo virtuoso del progresso economico, sociale e civile di un territorio da troppo tempo alla deriva.
Puntiamo al tutto alzando l’asticella delle difficoltà, sebbene si sappia che ciò comporterà più sacrifici e più pazienza, perché siamo mossi dalla profonda convinzione che questa città non possa più permettersi di sbagliare e non possa più perdere tempo ad aspettare che altri, magari da lontano, ci regalino le soluzioni da scopiazzare. Cutro deve ritrovare dentro di sé la capacità e le motivazioni per ricostruire il suo futuro e l’unico metodo che ci appare utile allo scopo è il cambiamento totale di registro, l’abbandono di cattive abitudini e prassi che appaiono consolidate per scegliere la strada delle regole chiare e valide per tutti e della assunzione piena di responsabilità.
Chi sostiene che la nostra scommessa non potrà essere vinta perché crede che la nostra città sia per sua natura refrattaria al cambiamento non potrà mai essere né precursore, né protagonista di questo processo. Noi invece crediamo che la nostra comunità sia stanca di non avere prospettive e sia pronta a condividere l’idea che una nuova città e un nuovo Comune non solo siano possibili, non solo siano necessari, ma convengano a tutti, soprattutto alle nuove generazioni. E’ a loro, in particolar modo, che sono rivolti i nostri sforzi.

Politiche Ambientali

Politiche Ambientali

Cosa vuol dire, oggi, avere cura dell’ambiente in cui si vive?
Significa necessariamente interessarsi della salute e del benessere dei cittadini; ma una corretta gestione delle tematiche ambientali sprigiona anche evidenti effetti sul senso civico di una comunità, così come evidenti sono le sue implicazioni economiche – a beneficio o a carico dei cittadini – secondo la strada che si desidera intraprendere. Da ultimo, ma non per ultimo, va sottolineato lo stretto legame tra una scorretta politica ambientale e l’inquinamento criminale dell’azione amministrativa e più in generale del territorio di riferimento.
Ispirati e guidati dalle parole di Peppino Impastato, siamo partiti dall’intima e profonda convinzione che la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e ambientali si traduca in uno strumento eccezionale per la cura di una comunità che si confronta quotidianamente con malanni endemici che rischiano di essere considerati inguaribili, e perciò solo affrontati con indifferenza e rassegnazione.
LiberaMente nasce, come già detto in premessa, per ridare fiato alle speranze di chi non si vuole arrendere all’idea che la deriva della nostra città sia irreversibile.
Il macrosettore della Tutela del Territorio diventa dunque una delle sfide più delicate e avvincenti dei prossimi anni. Solo un’analisi complessiva dei temi sul tavolo e la più adeguata programmazione consentirà di raggiungere il grande obiettivo di vincere questa sfida, nella consapevolezza che – considerata la mole di lavoro che si ha davanti – alcuni traguardi potranno essere raggiunti nel medio periodo, mentre per altri bisognerà perseverare fino alla conclusione di cicli temporali più lunghi e impegnativi.

Ridefinire il ciclo dei rifiuti

Nove anni consecutivi di gestione non sono bastati neppure per avviare qualcosa che somigli a una sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, punto di partenza indispensabile per avviare un ciclo virtuoso che trasformi i rifiuti da problema in risorsa. Il tutto proprio mentre in molti paesi limitrofi sparivano i cassonetti dalla strada e la gente cominciava a prendere confidenza con la necessità e la convenienza di cambiare rotta.
A causa di quella che non dobbiamo esitare a definire colpevole incapacità di governo, i nuovi amministratori erediteranno una situazione disastrosa: percentuali di raccolta differenziata ridotte praticamente al solo ingombrante; tributi assolutamente insostenibili per cittadini che spesso si rivelano più sensibili di chi li ha amministrati; percezione di enormi sprechi a beneficio di ditte che speculano sull’emergenza; un territorio complessivamente lasciato alla mercè di chi non ha alcuna sensibilità ambientale e bisognoso di interventi straordinari di pulizia generale; difficoltà di gestione crescenti soprattutto nei periodi di maggiore afflusso con diffusione di pericoli per la salute pubblica, di una immagine negativa del territorio e con effetti nefasti sulle ambizioni di sviluppo del turismo.
I laboratori programmatici, le esperienze e competenze con cui ci siamo confrontati, hanno chiarito che un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti non solo è possibile anche a Cutro, ma è assolutamente conveniente per i cittadini. Abbiamo tra l’altro la ulteriore opportunità di non dover inventare nulla per avviare un ciclo dei rifiuti virtuoso: basta imitare le esperienze positive di molti centri che hanno ottenuto il pieno successo dimostrando semplicemente il coraggio e la volontà di farlo prima di noi.
LiberaMente ha già pronto un progetto di ridefinizione complessiva del ciclo dei rifiuti che, partendo dal ritorno del sistema di raccolta in mano pubblica, passando per l’utilizzo dei sistemi più innovativi e funzionali di compostaggio dell’umido fino allo stoccaggio e rivendita di tutto ciò che è differenziabile e riciclabile, conta di raggiungere nel triennio una percentuale di raccolta differenziata sul livello delle medie raggiunte dai centri calabresi più evoluti ed entro la fine del mandato – a totale regime e al netto dei relativi investimenti necessari – una riduzione progressiva dei costi del servizio, con sensibili effetti sulle tariffe a carico delle famiglie e delle imprese.

Depurazione del centro urbano

E’ l’altro punto dolente della deficitaria situazione ambientale. Per quanto ci risulta, nonostante i precedenti investimenti, il centro urbano non è collegato al depuratore di Rombolò e la città scarica tuttora tra i calanchi che la circondano. Non diverso è lo stato della zona industriale, il cui impianto di depurazione non è stato mai completato. Una situazione vergognosa alla quale occorre porre il più veloce riparo. Nella difficoltà di reperire dati ufficiali attendibili, se verranno confermate le notizie in nostro possesso, occorrerà lavorare sodo per garantire il collegamento della rete urbana già collettata all’impianto di Rombolò – che, tra l’altro va sottoposto a verifica di piena efficienza – e mettere in sicurezza la zona industriale, tenendo conto che sarà necessario far presto ad evitare di incorrere nella scure delle nuove norme di riferimento che penalizzano i territori meno virtuosi.
Affinchè la politica ambientale possa essere considerata del tutto soddisfacente su questo punto occorrerà intervenire nel corso del mandato amministrativo almeno su altri tre aspetti: 1) la verifica degli scarichi civili nei pressi del fiume Tacina e il controllo periodico ma costante dello stato di salute di tutti i corsi d’acqua che sfociano sul nostro litorale; 2) lo studio di fattibilità e l’eventuale sperimentazione di tecniche di depurazione più naturali, meno impattanti e più economiche; 3) l’introduzione nel regolamento edilizio di norme obbligatorie sulla divisione delle reti di scarico in acque nere ed acque grigie.
Va da sé che il tema della depurazione dei reflui travalica i confini territoriali. Mai come in questo caso bisognerà introdurre una politica che inneschi la necessaria collaborazione e sinergia con i centri limitrofi per favorire una presa di coscienza collettiva delle popolazioni viciniori per puntare a risultati ambientali ottimali per tutte le comunità del territorio.

Mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico

I confronti effettuati con gli esperti del settore hanno rivelato che anche in questo settore generalmente si è speso troppo e male. Ciò che balza agli occhi é la mancanza di una seria programmazione, mentre spesso si ha la tendenza a modificare, se non a violentare lo stato dei luoghi avendo la pretesa che la natura si adegui.
Il nostro territorio è interessato in particolare dal rischio di dissesto lungo i costoni sud e nord del centro urbano, tipicamente coinvolti da eventi franosi in più occasioni, e lungo i corsi d’acqua, più volte soggetti a esondazioni nel periodo autunnale e invernale.
E’ possibile intervenire sui danni già causati attraverso l’accesso a fondi dedicati che occorre attivare. Ma LiberaMente intende avviare una seria politica di programmazione e prevenzione del rischio, attraverso un’opera di rimboschimento mirata, il controllo dei letti e degli argini dei corsi d’acqua. Anche questo aspetto necessita poi di attivare le più opportune sinergie con i territori attraversati dal fiume Tacina.

Piano del verde

Attivando ogni forma di collaborazione con gli organismi e le istituzioni pubbliche e con le associazioni ambientaliste sia per ciò che riguarda la pianificazione che la fase esecutiva, intendiamo adottare su tutto il territorio – dopo aver compiuto l’opera di pulizia precedentemente richiamata – una pianificazione totale del verde pubblico che restituisca decoro e vivibilità ai luoghi che frequentiamo e attraversiamo.
Per i dettagli rimandiamo alle pagine dedicate al piano di sviluppo urbano.

Mobilità sostenibile

Abbiamo interesse ad affrontare due aspetti essenziali per migliorare la qualità della vita: agevolare e stimolare nei centri abitati l’uso di mezzi ecologici privati alternativi alle automobili; dare ai cittadini la possibilità di muoversi autonomamente nel centro urbano contando su mezzi di trasporto pubblico interamente ecologici.
Si tratta di aspetti verso i quali si registra una sensibilità e un bisogno sempre più crescente, tra l’altro facilmente finanziabili attraverso i canali europei.
Il primo obiettivo potrà essere raggiunto con la realizzazione di percorsi ciclo-pedonabili che colleghino tutti i più importanti centri di interesse sia del centro urbano, che della zona marina, dando la possibilità ai sempre più numerosi cittadini che preferiranno utilizzare mezzi alternativi all’auto di spostarsi in piena tranquillità e sicurezza.
Al secondo obiettivo si perviene mediante l’istituzione di un servizio-navetta nel centro urbano con minibus elettrici da 5-7 posti: un servizio di alta valenza sociale che potrebbe essere realizzato a costi ridottissimi e a impatto ambientale zero.

Altri investimenti di politica ambientale

A completamento della politica ambientale programmata per il quinquennio, LiberaMente intende avviare un percorso di investimenti che avrebbe dovuto muovere i primi passi già in passato.
La felicissima esposizione degli edifici pubblici esistenti (dalla casa comunale, agli edifici scolastici, fino agli acquedotti) ne rende possibile lo sfruttamento degli spazi utili per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Considerati gli alti costi della bolletta energetica storicamente esposti in bilancio la pianificazione nel quinquennio di investimenti mirati per il loro progressivo abbattimento ci sembra non più rinviabile.
Parimenti urgente e indifferibile è l’adozione degli accorgimenti tecnici per garantire il risparmio, o il recupero con conseguente riciclo a fini pubblici, dell’acqua che sgorga copiosa dagli acquedotti ma che, per tutta la quantità non imbottigliata dai cittadini, finisce per disperdersi nella condotta fognaria: uno spreco enorme e ingiustificabile, in tempi di approvvigionamento idrico dai costi sempre più elevati, al quale è necessario porre rimedio nel breve periodo.
Infine, pur con grande ritardo, riteniamo assolutamente opportuno e conveniente prevedere la progressiva trasformazione di Cutro in “led city” attraverso l’adozione della tecnologia led ad alta efficienza per la pubblica illuminazione, attraverso la quale è calcolabile un risparmio energetico vicino al 60%, la riduzione del 50% dei costi di manutenzione e una nettissima riduzione del livello di emissioni di CO2.

Politiche Culturali

Politiche Culturali

“Con la cultura non si mangia”. E’ una frase che troppo spesso abbiamo sentito ripetere per giustificare un atteggiamento distratto verso quel che, invece, è un fattore determinante e irrinunciabile di crescita civile e sociale. Ed è davvero preoccupante che questa erronea concezione abbia preso piede proprio in un Paese che storicamente ha fatto della cultura il suo tratto distintivo e il motore del suo progresso.
Ciò basta per immaginare anche solo lontanamente il ritardo culturale di una città inserita in un contesto storico, geografico ed economico estremamente distante dagli avvenimenti che hanno riguardato l’Italia: basta rileggere le pagine finali de “Il gattopardo” per avere contezza delle condizioni di miseria e arretratezza in cui versava la costa ionica calabrese all’apice dell’epoca risorgimentale; ed è noto che oltre 150 anni di storia unitaria non sono stati sufficienti per colmare queste lacune: anzi, alcune rivisitazioni storiografiche affermano con sempre maggior forza che proprio il processo unitario ha determinato un trasferimento di ricchezza e capacità produttiva in altre zone d’Italia condannando il Meridione ad un’irreversibile condizione di dipendenza dal resto del Paese.
Va da sé che la povertà, il bisogno, il degrado e l’abbandono costituiscono da sempre il terreno più fertile per l’affermarsi dei poteri criminali e dei potentati economici e clientelari, avvitando ulteriormente la crisi della democrazia.
Stando così le cose, la nuova amministrazione sarà chiamata a svolgere un lavoro straordinario in questa direzione, dovendo attribuire priorità assoluta al risveglio culturale della comunità.
Una comunità che, occorre dirlo, non ha perso la sua capacità di produrre cultura ma – anziché appropriarsene per crescere ulteriormente – è generalmente condannata ad esportarla senza trarne alcun beneficio: basti pensare a quanti talenti di origine cutrese – in ogni settore artistico, economico e culturale – sono sparsi in Italia e in Europa per rendersi conto che la città è ancora in grado di utilizzare le sue potenzialità per creare una ben diversa immagine di sé, con tutto ciò che ne consegue sul piano sociale ed economico. Perché senza cultura non si mangia e si è sempre schiavi di qualcuno. Questa è la nostra ferma convinzione.
Saranno tre, nella difficile fase di ripartenza che occuperà l’intero mandato, i campi principali di intervento.

Il rilancio delle iniziative culturali in corso

Negli anni novanta fu avviata una benemerita operazione di riscoperta di Giò Leonardo di Bona e il contesto fu utile per tentare di promuovere la diffusione della cultura scacchistica nella comunità.
A circa vent’anni di distanza è giunto il momento di verificare i risultati di quell’operazione e a noi pare che gli sforzi sin qui compiuti non abbiano raggiunto l’obiettivo di far attecchire una nuova tradizione, di assicurare a Cutro l’immagine di “Città degli scacchi”: nell’immaginario collettivo e nelle nuove generazioni gli scacchi rimangono elemento avulso dalla cultura popolare, un fenomeno elitario riservato ai maestri balcanici o, al limite, agli introversi e agli asociali.
La sensazione è che le iniziative avviate nel tempo siano percepite come inutili e costose ed abbiano bisogno di una complessiva riorganizzazione anche per definirne meglio gli obiettivi.
LiberaMente ritiene che l’idea originaria sia tuttora valida, ma che occorra un piano di rilancio che coniughi meglio il fatto storico con l’impatto urbanistico, l’evento con il ritorno economico, la creazione culturale con la partecipazione popolare. A tali scopi il nostro gruppo si propone di realizzare il progetto denominato “Cutro, Città degli Scacchi”, già presentato nel corso dei lavori di “Agenda 21” e mai realizzato, che darebbe accesso a fondi comunitari anche per il recupero di beni storici come l’antico castello di Chirizzo.
Stesso discorso va fatto per tutto ciò che riguarda la tradizione del pane e dei prodotti enogastronomici che, pur essendo ben radicata nella cultura popolare, non riesce a sfondare il muro dei confini locali. Qui occorre lavorare insieme a tutti gli operatori del settore per la creazione di una filiera efficace e di un marchio di produzione riconoscibile almeno sul mercato regionale.
C’è poi la cultura religiosa, che a Cutro si rinnova con la straordinaria devozione al Crocifisso ligneo custodito presso il Santuario dei frati francescani. Anche qui riteniamo che ci sia bisogno di uno scatto di reni per capire, insieme alle autorità religiose e nel rispetto di tutte le sensibilità, come trasformare un atto di fede spontaneo in una risorsa riconoscibile e insostituibile per la città.

Nuovi spazi per la cultura

Il riferimento precedente ai talenti cutresi non è frutto del caso: non è necessario approfondire l’analisi per capire che la creazione di cultura, sia in termini quantitativi che qualitativi, è direttamente proporzionale agli spazi che le si mettono a disposizione.
L’unico spazio utile per la cultura è attualmente la sala polivalente “Falcone e Borsellino”, che dovrà tornare ad essere uno spazio facilmente fruibile e perfettamente funzionale: più la sala sarà aperta, più si farà cultura in città.
La biblioteca comunale “F. Grisi”, invece, è assolutamente lontana dallo svolgere un ruolo culturale di spessore a beneficio della città e va interamente ripensata ed affidata a personale adeguatamente qualificato. Lo stesso Premio Grisi, valido evento sul piano culturale, merita di essere ricondotto entro confini più consoni alla promozione della cultura, in primo luogo locale.
Ma questi spazi sono assolutamente insufficienti per il nostro bisogno di fare e assorbire cultura. La nostra città non ha un teatro, non ha un cinema, non ha un auditorium, non ha una sala di lettura, non ha un luogo deputato a promuovere integrazione culturale e aggregazione sociale; le strutture sportive pubbliche sono ridotte all’essenziale e sono di sempre più difficile fruizione.
Come pretendiamo che le nuove generazioni si innamorino di questa città se per quasi tutte le attrattive e le occasioni culturali, da vivere come spettatori o come protagonisti, bisogna allontanarsi da Cutro?
Al netto degli ordinari propositi di più libera fruizione degli impianti sportivi, quali luoghi naturalmente adibiti a promuovere aggregazione sociale, la nostra idea di medio termine è il recupero e la riconversione del vecchio mattatoio di Via S. Stefano in centro culturale aperto ai talenti del territorio e in questa direzione lavoreremo. Ma occorre un piano di intervento immediato, perché la cultura e chi la vuole fare non possono più aspettare.
La nostra intenzione è avviare sin dal prossimo autunno un percorso in sinergia con la dirigenza scolastica affinchè gli istituti del territorio, terminata l’attività didattica, si trasformino in spazi aperti alla promozione e creazione culturale, luoghi di incontro e di integrazione, aree di aggregazione
sociale. Un posto in cui trovi sfogo l’arte, l’estro, la fantasia, in una parola il talento degli artisti e di chiunque coltivi un sogno nel campo culturale. Immaginiamo le nostre scuole aperte e frequentate fino a tarda notte, perché vi si ospitano prove musicali, laboratori e mostre di pittura, rappresentazioni teatrali, caffè letterari, riunioni tra le realtà associative.
Nello stesso solco va l’idea di un primo intervento di recupero dell’immenso spazio attualmente occupato dal rudere del vecchio istituto “Diego Tajani”, struttura vittima di drammatici errori di programmazione e di atti di vandalismo che gridano vendetta sociale.
Liberamente intende innanzitutto revocare l’interesse manifestato per una riconversione a nuova Stazione dei Carabinieri, nella certezza che anche l’Arma troverà più conveniente e razionale l’utilizzo di una delle palazzine della incompiuta Caserma dell’Esercito.
Nell’attesa di ridefinire gli scopi e le modalità per il completo riutilizzo del luogo, che potrebbe un giorno essere pensato per ospitare la nuova scuola elementare, ci poniamo intanto l’obiettivo di mandato di recuperare l’intera area e di partire dalla ricostruzione della palestra e dell’anfiteatro, quali luoghi di incontro e cultura riservati alla scuola media negli orari didattici e al pubblico negli altri orari.

Iniziative su vecchie e nuove tradizioni

In fondo è facile rendersi conto che la vecchia locuzione panem et circenses custodisce tuttora una indubitabile verità: un evento culturale ben organizzato e pubblicizzato diventa occasione di circolazione e produzione di ricchezza, soprattutto se si riesce a renderlo unico e attraente anche per chi non è di Cutro.
Esattamente come immaginato per il mese di maggio nel progetto della “Città degli scacchi”, occorrerebbe allora inventarsi nuove iniziative che contribuiscano a caratterizzare i mesi di giugno e settembre, creando nuove occasioni di curiosità e di coinvolgimento del pubblico in un’ottica di destagionalizzazione del turismo.
Due aspetti vengono in mente: i vecchi giochi popolari e i nuovi sport praticabili nel nostro territorio.
I primi potrebbero essere lo strumento per organizzare un Palio popolare che coinvolga tutta la cittadinanza e inneschi una sana competizione tra i rioni del territorio, ivi compresi i rioni marini.
Riguardo ai secondi, viene in mente la caratteristica del nostro litorale, particolarmente apprezzato dagli amanti del wind-surf e kite-surf.
E’ nostra intenzione dare ogni sostegno e promuovere direttamente, se del caso, ogni attività utile alla realizzazione e allo sviluppo di tali iniziative.

EVENTO: Tutelare il territorio, difendere la società.

EVENTO: Tutelare il territorio, difendere la società.

Sabato 9 Aprile ci rivedremo per un’altra iniziativa pubblica, questa volta alla Sala Polivalente “Falcone e Borsellino” di Cutro e parleremo di ambiente, dal dissesto idrogeologico alla depurazione delle acque, dalla gestione dei rifiuti al referendum NoTriv.
Lo faremo confrontandoci con rappresentanti delle Istituzioni, delle associazioni ed esperti della materia.
Un ambiente sano significa una società sana…ne siamo convinti!

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Primo laboratorio: Macchina Amministrativa e sistema delle regole

Primo laboratorio: Macchina Amministrativa e sistema delle regole

Sin dai primi incontri e confronti abbiamo percepito due esigenze: in primo luogo la necessità di far crescere il gruppo sulla base della condivisione delle cose da fare; in secondo luogo il bisogno di dare ordine e priorità all’interno della piattaforma programmatica, a beneficio sia di chi dovrà valutare il programma sia di chi dovrà realizzarlo.

La camera gestazionale di questa fase sono stati i laboratori tematici: franchi momenti di ascolto di tecnici ed esperti dei settori e di successivo confronto interno per l’analisi approfondita delle problematiche e l’elaborazione di soluzioni nel breve, medio e lungo periodo.

Da qui è sorta la consapevolezza che l’intervento sulla (ri)organizzazione della Macchina Amministrativa e l’introduzione di un sistema di regole che ne assicuri nel tempo il miglior funzionamento sia propedeutico ad ogni altra manovra o misura teoricamente immaginabile in ogni altro settore amministrativo. Per quanto questo discorso possa forse apparire banale, c’è la percezione che, nel corso degli anni, questi aspetti siano stati semplicemente ignorati, per colpevole incapacità o preciso calcolo politico.

Negli ultimi anni è totalmente mancata una proficua politica del personale, né è stata avviata una vera riorganizzazione delle risorse disponibili.

L’incontro con tecnici e personalità esperte del settore ha confermato i gravi problemi da affrontare e notevoli sono stati gli spunti e i suggerimenti meritevoli di considerazione.

Abbiamo quindi sintetizzato una serie di proposte e di misure concrete dalle quali partire, per rendere il Comune di Cutro un modello di riferimento nel quale i cittadini possano riconoscersi con orgoglio. 

Non sarà sicuramente semplice, ma siamo determinati e decisi a non accontentarci di risultati minimi. Cutro ha immediatamente bisogno di cambiamento, non ci si può più permettere di sbagliare né di tergiversare.