Politiche Sociali

Politiche Sociali

Nell’affrontare il tema delle politiche sociali siamo partiti dalla consapevolezza che in tale settore sono tanti gli interventi e i progetti che si potrebbero realizzare, poiché molti sono i bisogni espressi dal territorio, ma occorre fare i conti con gli esigui fondi stanziati per tali politiche dalle amministrazioni centrali. Le politiche sociali, infatti, sono sempre state considerate politiche di seconda classe e le ristrettezze degli ultimi anni le hanno di certo ulteriormente colpite in termini finanziari. Nonostante ciò, siamo convinti che soltanto una società che si ispira al principio di giustizia sociale può realmente conseguire il bene comune e creare i giusti presupposti per lo sviluppo economico e sociale.
L’obiettivo principale che ci siamo posti è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini cutresi, promuovendo il benessere e l’autonomia degli stessi, dei nuclei familiari e della comunità locale. Per fare ciò Liberamente intende muoversi su più livelli al fine di costruire con le altre istituzioni, con i soggetti del terzo settore – associazioni, cooperative, patronati, parrocchie ecc. – e naturalmente anche con i cittadini le necessarie sinergie che possano da un lato rafforzare le realtà già esistenti e dall’altro costruire azioni nuove in grado di rispondere ai bisogni rilevati.
Si intende, altresì, dare un segnale di rottura rispetto all’utilizzo delle politiche sociali negli anni passati, spesso considerate soltanto un modo per fare clientelismo e assistenzialismo, modalità che non hanno fatto altro che ledere la dignità dei cittadini. Gli interventi programmati da Liberamente mirano alla creazione di un settore che non abbia come priorità gli aiuti economici e gli interventi sui bisogni urgenti ma la creazione di una cultura sociale che metta al centro la persona, nell’ottica di una sua visione globale e non parcellizzata.
Questo è il motivo per il quale Liberamente adotterà una concezione moderna delle politiche sociali come parte integrante delle politiche economiche e, pertanto, diverrà inevitabile uno stretto coordinamento tra politiche sociali, culturali, formative e del lavoro.
Per poter implementare questa nuova visione dei servizi sociali, Liberamente ne rafforzerà il ruolo in ambito distrettuale, promuoverà a livello locale una cultura solidale incoraggiando le azioni del terzo settore e della comunità, potenzierà l‘ufficio dei servizi sociali e si interfaccerà con le istituzioni preposte per l’attivazione di progetti mirati.
La nostra attenzione, pertanto, sarà si rivolta verso i più deboli (bambini, anziani, disabili) e verso chi si trova in una reale situazione di necessità (malattia, povertà, disoccupazione, emarginazione, dipendenza) ma avvieremo azioni che mirano alla prevenzione di tali situazioni di disagio nonché alla promozione di una comunità più giusta ed egualitaria che consideri le politiche sociali non semplicemente politiche di tipo riparatorio – assistenziale ma politiche promozionali che puntano a creare condizioni di sviluppo e benessere.
Al fine di implementare quanto finora sostenuto si lavorerà su quattro macro-settori: anziani, disabili, bambini e giovani. Trasversale a tali settori è il bisogno di informazioni accurate e puntuali sui servizi, sulle prestazioni, sui diritti e sulle opportunità presenti nel territorio. A tal proposito sarà istituito un servizio di segretariato sociale ossia un ufficio in grado di fornire ai cittadini tutte le informazioni inerenti i servizi alla persona. Tale ufficio lavorerà di concerto con le agenzie del territorio al fine di indirizzare correttamente i cittadini, spesso disorientati nelle maglie della burocrazia.

Anziani

In merito al settore degli anziani si lavorerà per rafforzare il servizio di assistenza domiciliare per coloro che non sono autosufficienti, servizio finanziato sia a livello regionale che ministeriale. L’assistenza domiciliare garantirà la permanenza presso la propria abitazione anche agli anziani con maggiori difficoltà in termini di autonomia. In tale direzione si prevede l’attivazione di un servizio di trasporto sociale che garantisca una maggiore e più eguale mobilità, nonché il diritto di accesso ai servizi e agli uffici presenti sul territorio.
Nell’ottica di politiche sociali che non creino dipendenza ma autonomia, è importante contrastare il disagio derivante dalla solitudine e dall’isolamento attraverso l’inserimento della persona anziana in contesti che favoriscano processi di integrazione e socializzazione. Si parte, dunque, dall’idea che “crescere vuol dire invecchiare ed invecchiare vuol dire crescere”. Far propria questa idea presuppone guardare alla vita come ad un divenire, dove l’incontro fra le generazioni sta nell’ordine naturale delle cose.
Liberamente promuoverà, dunque, azioni finalizzate alla partecipazione della popolazione anziana alla vita attiva del territorio attraverso la realizzazione di un CENTRO DI INCONTRO E DI AGGREGAZIONE. La logica secondo cui si intende operare mira a spostare l’attenzione dall’anziano come fruitore di servizi ed interventi, all’anziano come soggetto portatore di esperienze, competenze, capacità pratiche, teoriche, storia e saggezza che lo pone come risorsa per l’intera comunità cittadina. Risulta centrale il recupero del ruolo sociale dell’anziano, che viene quindi visto come risorsa e come valore da ricollocare culturalmente e socialmente al centro e non ai margini dei processi sociali. Per fare tutto ciò, è necessario creare luoghi di interscambio generazionale e culturale, luoghi di incontro sociale ed educativo, punti di scambio di esperienze tra gli anziani, le nuove generazioni e le differenti culture. E per non disperdere le tradizioni le persone anziane verranno coinvolte nella costituzione di laboratori educativi artigianali al fine di riscoprire e valorizzare “i mestieri di una volta”. In collaborazione con la scuola primaria si potrebbero organizzare lezioni teoriche e pratiche su tali mestieri e sull’importanza dell’esercizio di una professione prevalentemente a carattere manuale nell’intento farli conoscere e di suscitare attenzione ed interesse nei cittadini di domani: i bambini.
Si promuoveranno altresì iniziative per l’impiego di persone anziane in attività socialmente utili, che possano essere per loro fonte di gratificazione e di riconoscimento sociale e che possano creare momenti significativi di incontro intergenerazionale, immaginando anche nuovi ruoli e nuovi obiettivi di utilità per l’intera comunità cittadina.

Disabili

Di loro la società si occupa molto poco. Sono spesso vissuti come un peso tanto che sono costretti a vivere relegati nelle mura domestiche senza possibilità di integrazione e socializzazione. E da questa constatazione che vogliamo partire per avviare azioni che vadano nella direzione dell’abbattimento di tutte le barriere soprattutto quelle mentali, pregiudiziali, frutto di ignoranza.
Punto di partenza potrebbe essere quello di creare, potenziare e finanziare iniziative e progetti socio- culturali che prevedano e facilitino il coinvolgimento anche di giovani con disabilità. Ma anche progetti di svago, di ritrovo, di socializzazione, di creazione di rapporti, per aiutarli ad uscire dai loro spazi, mostrarsi e vivere il territorio.
Oltre a ciò, Liberamente intende utilizzare parte dei fondi previsti dai Piani di zona per garantire ai disabili in età scolare un affiancamento educativo in ambito scolastico. Per i minori diversamente abili, soprattutto per quelli che, per diversi motivi, hanno avuto poche esperienze di relazione tra pari la scuola è forse il luogo dove meglio di ogni altro possono essere poste le fondamenta per uno sviluppo armonioso delle loro potenzialità nel rispetto della “diversità”, tenendo conto del momento evolutivo, dei ritmi e dei tempi di sviluppo personali. Assumere la diversità come elemento strutturale e non patologico presuppone il superamento della concezione che vede la persona con disabilità come soggetto che “riceve soltanto” dai compagni una serie di stimoli che influiscono sul suo sviluppo cognitivo, motorio, sociale, affettivo, ma soprattutto come persona che “offre” ai compagni l’opportunità di imparare ad esercitare valori quali la convivenza, pur nella diversità propria e altrui, la consapevolezza dei propri limiti, la tolleranza e la solidarietà.

Bambini

“I bambini sono il nostro futuro, una risorsa che si deve coltivare nel presente con la creazione dei giusti presupposti idonei per una crescita in linea con la loro vitale natura” (Anthony Lake e Josette Sheeran).
La creazione di una società migliore, basata sui valori dell’equità e della giustizia sociale, già più volte richiamati, non può che passare attraverso l’educazione e la socializzazione dei più piccoli. Sono loro il futuro ed è su di loro che bisogna agire per far crescere una nuova generazione in grado di lavorare per il bene comune, una generazione capace di rimuovere pienamente le storture della società di oggi.
Per loro intendiamo implementare e rafforzare l’offerta dei servizi educativi già precedentemente programmati dal Distretto mediante i Piani di Azione e Coesione finanziati dal Ministero dell’Interno. L’attivazione di uno spazio gioco per bambini da 0-3 anni ed il miglioramento della gestione dell’asilo nido saranno due delle priorità in questo settore, al fine di consentire alla famiglia ed in particolar modo alla donna una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Nel confrontarci su questo macro settore abbiamo inoltre avvertito l’esigenza di offrire anche spazi di gioco, di aggregazione ma anche di supporto e orientamento ai bambini in età scolare. Il nostro territorio dispone attualmente soltanto di attività sportive che, pur se fondamentali, non rispondono in maniera esaustiva alle istanze sia delle famiglie sia dei bambini. Offrire spazi ludici, aggregativi ed educativi, attraverso la realizzazione di attività culturali, ricreative, sportive, ma anche di supporto scolastico, di ascolto, di orientamento significa fare prevenzione e recupero dei minori con problemi di socializzazione o esposti al rischio di emarginazione e di devianza.

Giovani

Ai giovani la politica deve rivolgere il suo sguardo ponendo la più grande attenzione alle loro problematiche ed alle loro esigenze. I giovani vanno ascoltati nelle loro proposte in un rapporto di sussidiarietà.
Il nostro è un piccolo paese e non può offrire grandi attrazioni ma può e deve provare a offrire un contesto dinamico, sia in termini di spazi di ritrovo e di svago sia in termini di occasioni di crescita culturale e umana, affinché i nostri giovani possano sentirsi parte attiva di una comunità, riconosciuti nei loro bisogni e desideri e nelle loro capacità e competenze. Per questo, oltre a offrire loro uno spazio di ritrovo, crediamo sia necessario investire nella creazione di opportunità formative e aggregative ma anche opportunità di impegno e di autorealizzazione personale.
Gli obiettivi che Liberamente si pone in tale macro settore sono:
– prevedere programmi di formazione professionale e di indirizzo al lavoro;
– intercettare incentivi per le imprese del territorio a favore dell’occupazione giovanile;
– favorire la creazione di cooperative locali;
– favorire la conoscenza di bandi regionali ed europei che garantiscono finanziamenti anche a fondo perduto per l’imprenditoria giovanile;
– promuovere la creazione di luoghi di aggregazione e di incontro;
– attivare la “Consulta giovanile”, organismo che comprende i giovani dai 16 ai 25 anni e che ha il compito di formulare delle proposte, di realizzare concretamente dei progetti con il supporto dell’Amministrazione e di esprimere un parere consultivo sulle politiche giovanili del Comune.

Politiche Culturali

Politiche Culturali

“Con la cultura non si mangia”. E’ una frase che troppo spesso abbiamo sentito ripetere per giustificare un atteggiamento distratto verso quel che, invece, è un fattore determinante e irrinunciabile di crescita civile e sociale. Ed è davvero preoccupante che questa erronea concezione abbia preso piede proprio in un Paese che storicamente ha fatto della cultura il suo tratto distintivo e il motore del suo progresso.
Ciò basta per immaginare anche solo lontanamente il ritardo culturale di una città inserita in un contesto storico, geografico ed economico estremamente distante dagli avvenimenti che hanno riguardato l’Italia: basta rileggere le pagine finali de “Il gattopardo” per avere contezza delle condizioni di miseria e arretratezza in cui versava la costa ionica calabrese all’apice dell’epoca risorgimentale; ed è noto che oltre 150 anni di storia unitaria non sono stati sufficienti per colmare queste lacune: anzi, alcune rivisitazioni storiografiche affermano con sempre maggior forza che proprio il processo unitario ha determinato un trasferimento di ricchezza e capacità produttiva in altre zone d’Italia condannando il Meridione ad un’irreversibile condizione di dipendenza dal resto del Paese.
Va da sé che la povertà, il bisogno, il degrado e l’abbandono costituiscono da sempre il terreno più fertile per l’affermarsi dei poteri criminali e dei potentati economici e clientelari, avvitando ulteriormente la crisi della democrazia.
Stando così le cose, la nuova amministrazione sarà chiamata a svolgere un lavoro straordinario in questa direzione, dovendo attribuire priorità assoluta al risveglio culturale della comunità.
Una comunità che, occorre dirlo, non ha perso la sua capacità di produrre cultura ma – anziché appropriarsene per crescere ulteriormente – è generalmente condannata ad esportarla senza trarne alcun beneficio: basti pensare a quanti talenti di origine cutrese – in ogni settore artistico, economico e culturale – sono sparsi in Italia e in Europa per rendersi conto che la città è ancora in grado di utilizzare le sue potenzialità per creare una ben diversa immagine di sé, con tutto ciò che ne consegue sul piano sociale ed economico. Perché senza cultura non si mangia e si è sempre schiavi di qualcuno. Questa è la nostra ferma convinzione.
Saranno tre, nella difficile fase di ripartenza che occuperà l’intero mandato, i campi principali di intervento.

Il rilancio delle iniziative culturali in corso

Negli anni novanta fu avviata una benemerita operazione di riscoperta di Giò Leonardo di Bona e il contesto fu utile per tentare di promuovere la diffusione della cultura scacchistica nella comunità.
A circa vent’anni di distanza è giunto il momento di verificare i risultati di quell’operazione e a noi pare che gli sforzi sin qui compiuti non abbiano raggiunto l’obiettivo di far attecchire una nuova tradizione, di assicurare a Cutro l’immagine di “Città degli scacchi”: nell’immaginario collettivo e nelle nuove generazioni gli scacchi rimangono elemento avulso dalla cultura popolare, un fenomeno elitario riservato ai maestri balcanici o, al limite, agli introversi e agli asociali.
La sensazione è che le iniziative avviate nel tempo siano percepite come inutili e costose ed abbiano bisogno di una complessiva riorganizzazione anche per definirne meglio gli obiettivi.
LiberaMente ritiene che l’idea originaria sia tuttora valida, ma che occorra un piano di rilancio che coniughi meglio il fatto storico con l’impatto urbanistico, l’evento con il ritorno economico, la creazione culturale con la partecipazione popolare. A tali scopi il nostro gruppo si propone di realizzare il progetto denominato “Cutro, Città degli Scacchi”, già presentato nel corso dei lavori di “Agenda 21” e mai realizzato, che darebbe accesso a fondi comunitari anche per il recupero di beni storici come l’antico castello di Chirizzo.
Stesso discorso va fatto per tutto ciò che riguarda la tradizione del pane e dei prodotti enogastronomici che, pur essendo ben radicata nella cultura popolare, non riesce a sfondare il muro dei confini locali. Qui occorre lavorare insieme a tutti gli operatori del settore per la creazione di una filiera efficace e di un marchio di produzione riconoscibile almeno sul mercato regionale.
C’è poi la cultura religiosa, che a Cutro si rinnova con la straordinaria devozione al Crocifisso ligneo custodito presso il Santuario dei frati francescani. Anche qui riteniamo che ci sia bisogno di uno scatto di reni per capire, insieme alle autorità religiose e nel rispetto di tutte le sensibilità, come trasformare un atto di fede spontaneo in una risorsa riconoscibile e insostituibile per la città.

Nuovi spazi per la cultura

Il riferimento precedente ai talenti cutresi non è frutto del caso: non è necessario approfondire l’analisi per capire che la creazione di cultura, sia in termini quantitativi che qualitativi, è direttamente proporzionale agli spazi che le si mettono a disposizione.
L’unico spazio utile per la cultura è attualmente la sala polivalente “Falcone e Borsellino”, che dovrà tornare ad essere uno spazio facilmente fruibile e perfettamente funzionale: più la sala sarà aperta, più si farà cultura in città.
La biblioteca comunale “F. Grisi”, invece, è assolutamente lontana dallo svolgere un ruolo culturale di spessore a beneficio della città e va interamente ripensata ed affidata a personale adeguatamente qualificato. Lo stesso Premio Grisi, valido evento sul piano culturale, merita di essere ricondotto entro confini più consoni alla promozione della cultura, in primo luogo locale.
Ma questi spazi sono assolutamente insufficienti per il nostro bisogno di fare e assorbire cultura. La nostra città non ha un teatro, non ha un cinema, non ha un auditorium, non ha una sala di lettura, non ha un luogo deputato a promuovere integrazione culturale e aggregazione sociale; le strutture sportive pubbliche sono ridotte all’essenziale e sono di sempre più difficile fruizione.
Come pretendiamo che le nuove generazioni si innamorino di questa città se per quasi tutte le attrattive e le occasioni culturali, da vivere come spettatori o come protagonisti, bisogna allontanarsi da Cutro?
Al netto degli ordinari propositi di più libera fruizione degli impianti sportivi, quali luoghi naturalmente adibiti a promuovere aggregazione sociale, la nostra idea di medio termine è il recupero e la riconversione del vecchio mattatoio di Via S. Stefano in centro culturale aperto ai talenti del territorio e in questa direzione lavoreremo. Ma occorre un piano di intervento immediato, perché la cultura e chi la vuole fare non possono più aspettare.
La nostra intenzione è avviare sin dal prossimo autunno un percorso in sinergia con la dirigenza scolastica affinchè gli istituti del territorio, terminata l’attività didattica, si trasformino in spazi aperti alla promozione e creazione culturale, luoghi di incontro e di integrazione, aree di aggregazione
sociale. Un posto in cui trovi sfogo l’arte, l’estro, la fantasia, in una parola il talento degli artisti e di chiunque coltivi un sogno nel campo culturale. Immaginiamo le nostre scuole aperte e frequentate fino a tarda notte, perché vi si ospitano prove musicali, laboratori e mostre di pittura, rappresentazioni teatrali, caffè letterari, riunioni tra le realtà associative.
Nello stesso solco va l’idea di un primo intervento di recupero dell’immenso spazio attualmente occupato dal rudere del vecchio istituto “Diego Tajani”, struttura vittima di drammatici errori di programmazione e di atti di vandalismo che gridano vendetta sociale.
Liberamente intende innanzitutto revocare l’interesse manifestato per una riconversione a nuova Stazione dei Carabinieri, nella certezza che anche l’Arma troverà più conveniente e razionale l’utilizzo di una delle palazzine della incompiuta Caserma dell’Esercito.
Nell’attesa di ridefinire gli scopi e le modalità per il completo riutilizzo del luogo, che potrebbe un giorno essere pensato per ospitare la nuova scuola elementare, ci poniamo intanto l’obiettivo di mandato di recuperare l’intera area e di partire dalla ricostruzione della palestra e dell’anfiteatro, quali luoghi di incontro e cultura riservati alla scuola media negli orari didattici e al pubblico negli altri orari.

Iniziative su vecchie e nuove tradizioni

In fondo è facile rendersi conto che la vecchia locuzione panem et circenses custodisce tuttora una indubitabile verità: un evento culturale ben organizzato e pubblicizzato diventa occasione di circolazione e produzione di ricchezza, soprattutto se si riesce a renderlo unico e attraente anche per chi non è di Cutro.
Esattamente come immaginato per il mese di maggio nel progetto della “Città degli scacchi”, occorrerebbe allora inventarsi nuove iniziative che contribuiscano a caratterizzare i mesi di giugno e settembre, creando nuove occasioni di curiosità e di coinvolgimento del pubblico in un’ottica di destagionalizzazione del turismo.
Due aspetti vengono in mente: i vecchi giochi popolari e i nuovi sport praticabili nel nostro territorio.
I primi potrebbero essere lo strumento per organizzare un Palio popolare che coinvolga tutta la cittadinanza e inneschi una sana competizione tra i rioni del territorio, ivi compresi i rioni marini.
Riguardo ai secondi, viene in mente la caratteristica del nostro litorale, particolarmente apprezzato dagli amanti del wind-surf e kite-surf.
E’ nostra intenzione dare ogni sostegno e promuovere direttamente, se del caso, ogni attività utile alla realizzazione e allo sviluppo di tali iniziative.

Quarto laboratorio: Cultura e Politiche Sociali

Quarto laboratorio: Cultura e Politiche Sociali

Con la cultura non si mangia”. E’ una frase che troppo spesso abbiamo sentito ripetere per giustificare un atteggiamento distratto verso quel che, invece, è un fattore determinante e irrinunciabile di crescita civile e sociale. Ed è davvero preoccupante che questa erronea concezione abbia preso piede proprio in un Paese che storicamente ha fatto della cultura il suo tratto distintivo e il motore del suo progresso.

Va da sé che la povertà, il bisogno, il degrado e l’abbandono costituiscono da sempre il terreno più fertile per l’affermarsi dei poteri criminali e dei potentati economici e clientelari, avvitando ulteriormente la crisi della democrazia.

Stando così le cose, la nuova amministrazione sarà chiamata a svolgere un lavoro straordinario in questa direzione, dovendo attribuire priorità assoluta al risveglio culturale della comunità.

Saranno tre, nella difficile fase di ripartenza che occuperà l’intero mandato, i campi principali di intervento.

Il rilancio delle iniziative culturali in corso

Negli anni novanta fu avviata una benemerita operazione di riscoperta di Giò Leonardo di Bona e il contesto fu utile per tentare di promuovere la diffusione della cultura scacchistica nella comunità.

A circa vent’anni di distanza è giunto il momento di verificare i risultati di quell’operazione e a noi pare che gli sforzi sin qui compiuti non abbiano raggiunto l’obiettivo di far attecchire una nuova tradizione, di assicurare a Cutro l’immagine di “Città degli scacchi”: nell’immaginario collettivo e nelle nuove generazioni gli scacchi rimangono elemento avulso dalla cultura popolare.

LiberaMente ritiene che l’idea originaria sia tuttora valida, ma che occorra un piano di rilancio che coniughi meglio il fatto storico con l’impatto urbanistico, l’evento con il ritorno economico, la creazione culturale con la partecipazione popolare. A tali scopi il nostro gruppo si propone di realizzare il progetto denominato “Cutro, Città degli Scacchi”, già presentato nel corso dei lavori di “Agenda 21” e mai realizzato, che darebbe accesso a fondi comunitari anche per il recupero di beni storici come l’antico castello di Chirizzo.

Stesso discorso va fatto per tutto ciò che riguarda la tradizione del pane e dei prodotti enogastronomici che, pur essendo ben radicata nella cultura popolare, non riesce a sfondare il muro dei confini locali. Qui occorre lavorare insieme a tutti gli operatori del settore per la creazione di una filiera efficace e di un marchio di produzione riconoscibile almeno sul mercato regionale.

C’è poi la cultura religiosa, che a Cutro si rinnova con la straordinaria devozione al Crocifisso ligneo custodito presso il Santuario dei frati francescani. Anche qui riteniamo che ci sia bisogno di uno scatto di reni per capire, insieme alle autorità religiose e nel rispetto di tutte le sensibilità, come trasformare un atto di fede spontaneo in una risorsa riconoscibile e insostituibile per la città.

Nuovi spazi per la cultura

L’unico spazio utile per la cultura è attualmente la sala polivalente “Falcone e Borsellino”, che dovrà tornare ad essere uno spazio facilmente fruibile e perfettamente funzionale.

La biblioteca comunale “F. Grisi”, invece, va interamente ripensata ed affidata a personale adeguatamente qualificato. Lo stesso Premio Grisi, valido evento sul piano culturale, merita di essere ricondotto entro confini più consoni alla promozione della cultura, in primo luogo locale.

Ma questi spazi sono assolutamente insufficienti per il nostro bisogno di fare e assorbire cultura. La nostra città non ha un teatro, non ha un cinema, non ha un auditorium, non ha una sala di lettura, non ha un luogo deputato a promuovere integrazione culturale e aggregazione sociale; le strutture sportive pubbliche sono ridotte all’essenziale e sono di sempre più difficile fruizione.

Come pretendiamo che le nuove generazioni si innamorino di questa città se per quasi tutte le attrattive e le occasioni culturali, da vivere come spettatori o come protagonisti, bisogna allontanarsi da Cutro?

Al netto degli ordinari propositi di più libera fruizione degli impianti sportivi, quali luoghi naturalmente adibiti a promuovere aggregazione sociale, la nostra idea di medio termine è il recupero e la riconversione del vecchio mattatoio di Via S. Stefano in centro culturale aperto ai talenti del territorio.

La nostra intenzione è avviare sin dal prossimo autunno un percorso in sinergia con la dirigenza scolastica affinché gli istituti del territorio, terminata l’attività didattica, si trasformino in spazi aperti alla promozione e creazione culturale, luoghi di incontro e di integrazione, aree di aggregazione sociale. Un posto in cui trovi sfogo l’arte, l’estro, la fantasia, in una parola il talento degli artisti e di chiunque coltivi un sogno nel campo culturale. Immaginiamo le nostre scuole aperte e frequentate fino a tarda notte, perché vi si ospitano prove musicali, laboratori e mostre di pittura, rappresentazioni teatrali, caffè letterari, riunioni tra le realtà associative.

Nello stesso solco va l’idea di un primo intervento di recupero dell’immenso spazio attualmente occupato dal vecchio istituto “Diego Tajani”, struttura vittima di drammatici errori di programmazione e di atti di vandalismo che gridano vendetta sociale.

Liberamente intende innanzitutto revocare l’interesse manifestato per una riconversione a nuova Stazione dei Carabinieri, nella certezza che anche l’Arma troverà più conveniente e razionale l’utilizzo di una delle palazzine della incompiuta Caserma dell’Esercito.

Iniziative su vecchie e nuove tradizioni

Un evento culturale ben organizzato e pubblicizzato diventa occasione di circolazione e produzione di ricchezza, soprattutto se si riesce a renderlo unico e attraente anche per chi non è di Cutro.

Occorrerebbe allora inventarsi nuove iniziative che contribuiscano a caratterizzare i mesi di giugno e settembre, creando nuove occasioni di curiosità e di coinvolgimento del pubblico in un’ottica di destagionalizzazione del turismo.

Due aspetti vengono in mente: i vecchi giochi popolari e i nuovi sport praticabili nel nostro territorio.

I primi potrebbero essere lo strumento per organizzare un Palio popolare che coinvolga tutta la cittadinanza e inneschi una sana competizione tra i rioni del territorio, ivi compresi i rioni marini. Riguardo ai secondi, viene in mente la particolare caratteristica del nostro litorale, particolarmente apprezzato dagli amanti del wind-surf e kite-surf.

Terzo laboratorio: Sviluppo Economico

Terzo laboratorio: Sviluppo economico

Il tema dello sviluppo economico del territorio è stato da sempre il grande assente nell’agenda delle amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni.

Gli argomenti che si ricordano negli ultimi decenni, la costruzione della caserma e l’avvio di una fase di industrializzazione, si sono rivelati miseri fallimenti dopo essere stati sfruttati a fini propagandistici per personali fortune elettorali. Anche l’unica infrastruttura di rilievo dell’ultimo decennio – il tanto atteso cavalcaferrovia di Steccato – è in realtà opera progettata, finanziata e realizzata da terzi.

Il turismo come attività produttiva

Per LiberaMente il turismo è attività produttiva a tutti gli effetti e di primaria importanza, al pari del commercio, dell’industria, dell’agricoltura e dell’artigianato.

A nostro parere va abbandonato il modello dei villaggi turistici frequentati da visitatori che rimangono chiusi in recinti di lusso ove consumare la vacanza, in un territorio che rimane però a loro estraneo.

Saldare la zona dei villaggi con Steccato attraverso un ponte che oltrepassi il Puzzofieto – quale infrastruttura che assicuri un accesso in regola con le norme di sicurezza e favorisca l’integrazione tra i villaggi e il centro urbano, è nostro obiettivo prioritario, ma non basta più: è tempo di considerare Steccato e San Leonardo, e dunque l’intera zona urbanizzata sul litorale, come un immenso albergo diffuso, con tutto ciò che ne consegue ai fini dell’approntamento dei servizi in vista della stagione turistica.

Nella molto limitata ottica di considerare turista principalmente l’emigrante di ritorno, si è dimenticato che un territorio che punti sul turismo lavora intensamente affinché l’attività sia destagionalizzata e dunque aperta al mercato globale, con servizi attivi già dal mese di maggio e fino al mese di settembre, programmando la stagione con un anno di anticipo.

Ben consapevoli che il lavoro che ci attende è immane e straordinario, ci proponiamo nel periodo del mandato di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • Implementazione del sistema infrastrutturale con la realizzazione: 1) di un ponte sul Puzzofieto che colleghi Steccato alla zona dei villaggi; 2) dei primi chilometri di pista ciclopedonabile nel quadro di un progetto di più largo respiro che interessi l’intera area turistica; 3) di un’area parcheggio che limiti l’uso delle auto e migliori la viabilità e la qualità della vita nelle zone residenziali;

  • Implementazione di sistemi di collegamento e trasporto tra il capoluogo e il litorale;

  • Previo intervento di pulizia straordinaria dei luoghi pubblici, introduzione di un adeguato piano di controllo a tutela della pulizia e del decoro urbano;

  • Adozione di un piano del verde particolareggiato per aumentare le zone ombreggiate e incoraggiare l’accesso pedonale al mare dei residenti;

  • Revisione del piano del traffico e presidio del territorio in sinergia con le forze dell’ordine e le associazioni di volontariato;

  • Verifica della piena funzionalità del Piano Spiaggia di recente adozione;

  • Trasformazione del sistema di distribuzione commerciale, con introduzione di incentivi al commercio fisso;

  • Sostegno al progetto “Città Albergo” con l’apertura di uno sportello dedicato;

Agricoltura e Artigianato

Si tratta di due dei pilastri portanti dell’economia locale che sono stati nel corso del tempo progressivamente abbandonati.

Abbiamo in mente due progetti essenziali: lo sviluppo della filiera cerealicola che torni a mettere in primo piano la coltura del grano Cappelli e la realizzazione di una idea datata, ma resa ancora più attuale dalla crisi economica, come la ristrutturazione agevolata dei fabbricati, una misura che darebbe respiro ad un settore asfittico e a centinaia di operatori che da anni vivono nell’angoscia e nell’incertezza.

Con riferimento a quest’ultima misura LiberaMente intende sperimentarne la completa fattibilità facendo partire entro l’anno un progetto-pilota sostenuto da un piano particolareggiato che sarà eventualmente esteso prima ad un rione, poi a tutto il centro urbano.

Sempre sull’artigianato, è nostra intenzione promuovere la riscoperta degli antichi mestieri manuali attraverso la creazione una scuola di formazione interamente gratuita destinata agli adolescenti e gestita in collaborazione con le associazioni di categoria.

All’agricoltura, invece, saranno destinati i frutti delle azioni innovative nel settore della tutela del territorio, dall’acqua recuperata con gli accorgimenti di riciclo al fertilizzante prodotto dagli impianti di compostaggio del rifiuto umido.

Commercio e industria

Le attività imprenditoriali che sono tuttora gestite in loco hanno bisogno di un sostegno concreto per favorirne lo sviluppo e scongiurare la possibilità che nel tempo si registrino ulteriori trasferimenti in altre sedi.

L’intervento, sotto questo punto di vista, non può che riguardare lo studio di un sistema di incentivi per favorire l’avvio di nuove imprese medio-piccole, con riferimento ai tributi locali connessi alle nuove attività.

Le attuali tariffe per lo smaltimento rifiuti e consumo idrico sono studiate (piuttosto iniquamente) in funzione dell’ampiezza dei locali utilizzati e, se costituiscono un carico eccessivo per un’impresa già avviata, possiamo immaginare quanto finisca per scoraggiare l’avvio di una nuova attività imprenditoriale.

Ma l’esenzione totale di tali tributi per il primo triennio di attività, ad esempio, costituirebbe un costo pubblico esiguo di fronte ai benefici connessi all’avvio di una nuova attività imprenditoriale.

Se a regime nascessero dieci nuove piccole imprese all’anno, l’Ente rinuncerebbe a tributi di scarsa incidenza sul bilancio, ma contribuirebbe alla creazione di nuova ricchezza e di almeno dieci nuovi posti di lavoro.

SECONDO LABORATORIO: POLITICHE AMBIENTALI

Secondo laboratorio: Politiche Ambientali

Avere cura dell’ambiente in cui si vive significa interessarsi della salute e del benessere dei cittadini. LiberaMente nasce per ridare fiato alle speranze di chi non si vuole arrendere all’idea che la deriva della nostra città sia irreversibile.

Il macro-settore della Tutela del Territorio diventa dunque una delle sfide più delicate dei prossimi anni. Considerata la mole di lavoro che si ha davanti, alcuni traguardi potranno essere raggiunti nel medio periodo, mentre per altri bisognerà perseverare fino alla conclusione di cicli temporali più lunghi e impegnativi.

Ridefinire il ciclo dei rifiuti

Nove anni consecutivi di gestione non sono bastati neppure per avviare qualcosa che somigli a una sistema di raccolta differenziata dei rifiuti urbani, punto di partenza indispensabile per avviare un ciclo virtuoso che trasformi i rifiuti da problema in risorsa.

A causa di quella che non dobbiamo esitare a definire colpevole incapacità di governo, i nuovi amministratori erediteranno una situazione disastrosa: la raccolta differenziata funziona poco e male, i tributi per i cittadini sono insostenibili, le ditte incaricate continuano a speculare sull’emergenza ed il nostro territorio è lasciato alla mercé di chi non ha alcuna sensibilità ambientale, con effetti nefasti sulle ambizioni di uno sviluppo del turismo.

Le esperienze e competenze con cui ci siamo confrontati all’interno dei nostri laboratori hanno chiarito che un cambiamento radicale nella gestione dei rifiuti non solo è possibile anche a Cutro, ma è assolutamente conveniente per i cittadini.

LiberaMente ha già pronto un progetto di ridefinizione complessiva del ciclo dei rifiuti che, in sintesi, prevede: il ritorno del sistema di raccolta in mano pubblica; l’utilizzo di sistemi più funzionali di compostaggio dell’umido; stoccaggio e rivendita di tutto ciò che è differenziabile e riciclabile. Contiamo di raggiungere in un triennio una percentuale di raccolta differenziata paragonabile a quella dei centri calabresi più evoluti ed, entro la fine del mandato, una riduzione progressiva dei costi del servizio, con sensibili effetti sulle tariffe a carico delle famiglie e delle imprese.

Depurazione del centro urbano

La città scarica tuttora tra i calanchi che la circondano. Occorrerà lavorare sodo per garantire il collegamento della rete urbana già collettata all’impianto di Rombolò e mettere in sicurezza la zona industriale.

Affinché la politica ambientale possa essere considerata del tutto soddisfacente su questo punto occorrerà intervenire almeno su altri tre aspetti:

  1. la verifica degli scarichi civili nei pressi del fiume Tacina e il controllo periodico ma costante dello stato di salute di tutti i corsi d’acqua che sfociano sul nostro litorale;

  2. lo studio di fattibilità e l’eventuale sperimentazione di tecniche di depurazione più naturali, meno impattanti e più economiche;

  3. l’introduzione nel regolamento edilizio di norme obbligatorie sulla divisione delle reti di scarico in acque nere ed acque grigie.

Mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico

I confronti effettuati con gli esperti del settore hanno rivelato che anche in questo settore si è speso troppo e male.

Il nostro territorio è soggetto al rischio di dissesto lungo i costoni sud e nord del centro urbano, tipicamente coinvolti da eventi franosi e lungo i corsi d’acqua, più volte soggetti a esondazioni nel periodo autunnale e invernale.

LiberaMente intende non solo intervenire sui danni già causati, attraverso l’accesso a fondi dedicati che occorre attivare, ma anche avviare una seria politica di programmazione e prevenzione del rischio, attraverso un’opera di rimboschimento mirata ed il controllo dei letti e degli argini dei corsi d’acqua.

Piano del verde

LiberaMente ha intenzione di collaborare con le istituzioni pubbliche e con le associazioni ambientaliste per adottare su tutto il territorio una pianificazione totale del verde pubblico, che restituisca decoro e vivibilità ai luoghi che frequentiamo.

Lo scopo primario sarà quello di schermare gli effetti di opere a forte impatto estetico e particolare attenzione verrà posta nelle zone turistiche, dove sarà ancora più necessaria una mirata opera di riqualificazione generale che ci permetta di apprezzare appieno i luoghi naturali che tutti ci invidiano.

Mobilità sostenibile

Abbiamo intenzione di affrontare due aspetti essenziali per migliorare la qualità della vita: agevolare e stimolare nei centri abitati l’uso di mezzi ecologici privati alternativi alle automobili; dare ai cittadini la possibilità di muoversi autonomamente nel centro urbano contando su mezzi di trasporto pubblico interamente ecologici. Si tratta di aspetti facilmente finanziabili attraverso i canali europei.

Altri investimenti di politica ambientale

LiberaMente intende avviare un percorso di investimenti che sfrutti la felicissima esposizione degli edifici pubblici esistenti (dalla casa comunale, agli edifici scolastici, fino agli acquedotti) per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Considerati gli alti costi della bolletta energetica, la pianificazione di investimenti mirati per il loro progressivo abbattimento non è più rinviabile.

Parimenti urgente è l’adozione di accorgimenti tecnici per garantire il risparmio o il recupero (con conseguente riciclo a fini pubblici) dell’acqua che sgorga copiosa dagli acquedotti ma che, per tutta la quantità non imbottigliata dai cittadini, finisce per disperdersi nella condotta fognaria.

EVENTO: Tutelare il territorio, difendere la società.

EVENTO: Tutelare il territorio, difendere la società.

Sabato 9 Aprile ci rivedremo per un’altra iniziativa pubblica, questa volta alla Sala Polivalente “Falcone e Borsellino” di Cutro e parleremo di ambiente, dal dissesto idrogeologico alla depurazione delle acque, dalla gestione dei rifiuti al referendum NoTriv.
Lo faremo confrontandoci con rappresentanti delle Istituzioni, delle associazioni ed esperti della materia.
Un ambiente sano significa una società sana…ne siamo convinti!

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Primo laboratorio: Macchina Amministrativa e sistema delle regole

Primo laboratorio: Macchina Amministrativa e sistema delle regole

Sin dai primi incontri e confronti abbiamo percepito due esigenze: in primo luogo la necessità di far crescere il gruppo sulla base della condivisione delle cose da fare; in secondo luogo il bisogno di dare ordine e priorità all’interno della piattaforma programmatica, a beneficio sia di chi dovrà valutare il programma sia di chi dovrà realizzarlo.

La camera gestazionale di questa fase sono stati i laboratori tematici: franchi momenti di ascolto di tecnici ed esperti dei settori e di successivo confronto interno per l’analisi approfondita delle problematiche e l’elaborazione di soluzioni nel breve, medio e lungo periodo.

Da qui è sorta la consapevolezza che l’intervento sulla (ri)organizzazione della Macchina Amministrativa e l’introduzione di un sistema di regole che ne assicuri nel tempo il miglior funzionamento sia propedeutico ad ogni altra manovra o misura teoricamente immaginabile in ogni altro settore amministrativo. Per quanto questo discorso possa forse apparire banale, c’è la percezione che, nel corso degli anni, questi aspetti siano stati semplicemente ignorati, per colpevole incapacità o preciso calcolo politico.

Negli ultimi anni è totalmente mancata una proficua politica del personale, né è stata avviata una vera riorganizzazione delle risorse disponibili.

L’incontro con tecnici e personalità esperte del settore ha confermato i gravi problemi da affrontare e notevoli sono stati gli spunti e i suggerimenti meritevoli di considerazione.

Abbiamo quindi sintetizzato una serie di proposte e di misure concrete dalle quali partire, per rendere il Comune di Cutro un modello di riferimento nel quale i cittadini possano riconoscersi con orgoglio. 

Non sarà sicuramente semplice, ma siamo determinati e decisi a non accontentarci di risultati minimi. Cutro ha immediatamente bisogno di cambiamento, non ci si può più permettere di sbagliare né di tergiversare. 

Referendum sulle trivellazioni del 17 aprile 2016

Referendum sulle trivellazioni del 17 aprile 2016

Il 17 aprile 2016 si voterà per un referendum promosso da 9 regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto; inizialmente delle regioni promotrici faceva parte anche l’Abruzzo, che però in seguito si è ritirato) che riguarda le trivellazioni. Per la prima volta gli italiani saranno chiamati alle urne per un referendum proposto dalle regioni.

Il referendum sarà valido soltanto se verrà raggiunto il quorum, ossia se andranno a votare il 50% + 1 degli aventi diritto al voto.

Ecco il testo che troverete se vi recherete alle urne:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilita’ 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Nello specifico, il referendum riguarda l’abrogazione dell’Articolo 6, comma 17 del Codice dell’Ambiente, dove è al momento previsto che le trivellazioni per cui esistono già delle concessioni non abbiano alcuna scadenza definita e, tramite proroghe, possano quindi continuare fino all’esaurimento dei giacimenti. Il referendum punta invece a terminare solo le concessioni tuttora in corso, senza la possibilità di proroghe. Le trivellazioni di cui si parla sono quelle riguardanti l’estrazione di gas e petrolio da giacimenti entro 12 miglia dalla costa italiana.

Si voterà per decidere su 21 concessioni, 5 delle quali si trovano in Calabria.

La legge attualmente in vigore prevede che le concessioni abbiano una durata iniziale di 30 anni, prorogabili prima per altre tre volte (rispettivamente per 10, 5 e 5 anni) e, infine, prorogabili ancora fino all’esaurimento del giacimento.

Dovesse vincere il SI, che abrogherebbe quindi il sopracitato articolo 6, non sarà possibile per le compagnie chiedere ulteriori proroghe alla scadenza delle attuali concessioni. La vittoria del SI sarebbe importante per eliminare totalmente rischi rilevanti nei mari italiani; rischi che, pur essendo remoti, potrebbero verificarsi ed avere conseguenze devastanti per le nostre coste, la fauna e la flora marina.

Votare SI, significa chiedere investimenti veri nelle energie rinnovabili.

I nostri mari contengono una quantità non elevata di gas e petrolio, rispettivamente pari a 6 mesi (il gas) e 7-8 settimane (il petrolio) di consumo nazionale.

Le trivelle non hanno incidenza né sui posti di lavoro, né sulle entrate statali, non ci garantiscono la piena indipendenza energetica e mettono a forte rischio l’ecosistema.

Per chi volesse saperne di più, basta cliccare qui per collegarsi al sito del coordinamento no-triv.

Evento: Istituzioni, Antimafia e Buona Amministrazione

Evento: Istituzioni, Antimafia e Buona Amministrazione

All’ex Sala Cristallo in via Orto Novo si è tenuto un convegno dal titolo Istituzioni, antimafia e buona amministrazione”, con la presenza dell’On. Arturo Bova, Consigliere Regionale e Presidente della Commissione Speciale contro la ‘ndrangheta, dell’On. Celeste Costantino, Deputata e membro della Commissione Parlamentare Antimafia, di Marco Ciconte e della candidata sindaco Ottavia Oliverio. Durante il convegno è stata invitata sul palco anche l’assessore regionale all’ambiente Antonella Rizzo. E’ stata una bellissima iniziativa, su un tema di cui a Cutro si parla colpevolmente sempre troppo poco e che ha raccolto una grande risposta di pubblico.

L’On. Bova, più volte vittima in prima persona da parte della ‘ndrangheta, parlando di infiltrazioni mafiose nelle istituzioni ha immediatamente sottolineato come si tratti della “più potente organizzazione del mondo”, ma ha anche definito la Calabria “la prima terra dell’attivismo contro la mafia”.

L’On. Costantino si è invece soffermata sulle attività dell’antimafia e sull’immagine della Calabria nel resto d’Italia, oltre che sui diversi pregiudizi che persistono su questa terra, dovuti anche “ai nostri rappresentanti che ci hanno rappresentato male”. Ha parlato di una politica che non può più delegare tutto all’associazionismo, come spesso è stato fino adesso.

La candidata sindaco Ottavia Oliverio ha concluso il convegno auspicando un cambiamento trasversale, “perchè il malaffare si insedia dove manca la trasparenza e c’è un’assenza di regole” ed è evidente che al Comune di Cutro “un problema di clientelismo e corruzione c’è”. Ha inoltre chiesto l’aiuto di tutti i cutresi onesti e, riprendendo una precedente affermazione dell’On. Bova, ha apertamente detto di non volere voti di persone legate alla mafia perché sono voti “che puzzano”.

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