Quarto laboratorio: Cultura e Politiche Sociali

Quarto laboratorio: Cultura e Politiche Sociali

Con la cultura non si mangia”. E’ una frase che troppo spesso abbiamo sentito ripetere per giustificare un atteggiamento distratto verso quel che, invece, è un fattore determinante e irrinunciabile di crescita civile e sociale. Ed è davvero preoccupante che questa erronea concezione abbia preso piede proprio in un Paese che storicamente ha fatto della cultura il suo tratto distintivo e il motore del suo progresso.

Va da sé che la povertà, il bisogno, il degrado e l’abbandono costituiscono da sempre il terreno più fertile per l’affermarsi dei poteri criminali e dei potentati economici e clientelari, avvitando ulteriormente la crisi della democrazia.

Stando così le cose, la nuova amministrazione sarà chiamata a svolgere un lavoro straordinario in questa direzione, dovendo attribuire priorità assoluta al risveglio culturale della comunità.

Saranno tre, nella difficile fase di ripartenza che occuperà l’intero mandato, i campi principali di intervento.

Il rilancio delle iniziative culturali in corso

Negli anni novanta fu avviata una benemerita operazione di riscoperta di Giò Leonardo di Bona e il contesto fu utile per tentare di promuovere la diffusione della cultura scacchistica nella comunità.

A circa vent’anni di distanza è giunto il momento di verificare i risultati di quell’operazione e a noi pare che gli sforzi sin qui compiuti non abbiano raggiunto l’obiettivo di far attecchire una nuova tradizione, di assicurare a Cutro l’immagine di “Città degli scacchi”: nell’immaginario collettivo e nelle nuove generazioni gli scacchi rimangono elemento avulso dalla cultura popolare.

LiberaMente ritiene che l’idea originaria sia tuttora valida, ma che occorra un piano di rilancio che coniughi meglio il fatto storico con l’impatto urbanistico, l’evento con il ritorno economico, la creazione culturale con la partecipazione popolare. A tali scopi il nostro gruppo si propone di realizzare il progetto denominato “Cutro, Città degli Scacchi”, già presentato nel corso dei lavori di “Agenda 21” e mai realizzato, che darebbe accesso a fondi comunitari anche per il recupero di beni storici come l’antico castello di Chirizzo.

Stesso discorso va fatto per tutto ciò che riguarda la tradizione del pane e dei prodotti enogastronomici che, pur essendo ben radicata nella cultura popolare, non riesce a sfondare il muro dei confini locali. Qui occorre lavorare insieme a tutti gli operatori del settore per la creazione di una filiera efficace e di un marchio di produzione riconoscibile almeno sul mercato regionale.

C’è poi la cultura religiosa, che a Cutro si rinnova con la straordinaria devozione al Crocifisso ligneo custodito presso il Santuario dei frati francescani. Anche qui riteniamo che ci sia bisogno di uno scatto di reni per capire, insieme alle autorità religiose e nel rispetto di tutte le sensibilità, come trasformare un atto di fede spontaneo in una risorsa riconoscibile e insostituibile per la città.

Nuovi spazi per la cultura

L’unico spazio utile per la cultura è attualmente la sala polivalente “Falcone e Borsellino”, che dovrà tornare ad essere uno spazio facilmente fruibile e perfettamente funzionale.

La biblioteca comunale “F. Grisi”, invece, va interamente ripensata ed affidata a personale adeguatamente qualificato. Lo stesso Premio Grisi, valido evento sul piano culturale, merita di essere ricondotto entro confini più consoni alla promozione della cultura, in primo luogo locale.

Ma questi spazi sono assolutamente insufficienti per il nostro bisogno di fare e assorbire cultura. La nostra città non ha un teatro, non ha un cinema, non ha un auditorium, non ha una sala di lettura, non ha un luogo deputato a promuovere integrazione culturale e aggregazione sociale; le strutture sportive pubbliche sono ridotte all’essenziale e sono di sempre più difficile fruizione.

Come pretendiamo che le nuove generazioni si innamorino di questa città se per quasi tutte le attrattive e le occasioni culturali, da vivere come spettatori o come protagonisti, bisogna allontanarsi da Cutro?

Al netto degli ordinari propositi di più libera fruizione degli impianti sportivi, quali luoghi naturalmente adibiti a promuovere aggregazione sociale, la nostra idea di medio termine è il recupero e la riconversione del vecchio mattatoio di Via S. Stefano in centro culturale aperto ai talenti del territorio.

La nostra intenzione è avviare sin dal prossimo autunno un percorso in sinergia con la dirigenza scolastica affinché gli istituti del territorio, terminata l’attività didattica, si trasformino in spazi aperti alla promozione e creazione culturale, luoghi di incontro e di integrazione, aree di aggregazione sociale. Un posto in cui trovi sfogo l’arte, l’estro, la fantasia, in una parola il talento degli artisti e di chiunque coltivi un sogno nel campo culturale. Immaginiamo le nostre scuole aperte e frequentate fino a tarda notte, perché vi si ospitano prove musicali, laboratori e mostre di pittura, rappresentazioni teatrali, caffè letterari, riunioni tra le realtà associative.

Nello stesso solco va l’idea di un primo intervento di recupero dell’immenso spazio attualmente occupato dal vecchio istituto “Diego Tajani”, struttura vittima di drammatici errori di programmazione e di atti di vandalismo che gridano vendetta sociale.

Liberamente intende innanzitutto revocare l’interesse manifestato per una riconversione a nuova Stazione dei Carabinieri, nella certezza che anche l’Arma troverà più conveniente e razionale l’utilizzo di una delle palazzine della incompiuta Caserma dell’Esercito.

Iniziative su vecchie e nuove tradizioni

Un evento culturale ben organizzato e pubblicizzato diventa occasione di circolazione e produzione di ricchezza, soprattutto se si riesce a renderlo unico e attraente anche per chi non è di Cutro.

Occorrerebbe allora inventarsi nuove iniziative che contribuiscano a caratterizzare i mesi di giugno e settembre, creando nuove occasioni di curiosità e di coinvolgimento del pubblico in un’ottica di destagionalizzazione del turismo.

Due aspetti vengono in mente: i vecchi giochi popolari e i nuovi sport praticabili nel nostro territorio.

I primi potrebbero essere lo strumento per organizzare un Palio popolare che coinvolga tutta la cittadinanza e inneschi una sana competizione tra i rioni del territorio, ivi compresi i rioni marini. Riguardo ai secondi, viene in mente la particolare caratteristica del nostro litorale, particolarmente apprezzato dagli amanti del wind-surf e kite-surf.