Politiche Sociali

Politiche Sociali

Nell’affrontare il tema delle politiche sociali siamo partiti dalla consapevolezza che in tale settore sono tanti gli interventi e i progetti che si potrebbero realizzare, poiché molti sono i bisogni espressi dal territorio, ma occorre fare i conti con gli esigui fondi stanziati per tali politiche dalle amministrazioni centrali. Le politiche sociali, infatti, sono sempre state considerate politiche di seconda classe e le ristrettezze degli ultimi anni le hanno di certo ulteriormente colpite in termini finanziari. Nonostante ciò, siamo convinti che soltanto una società che si ispira al principio di giustizia sociale può realmente conseguire il bene comune e creare i giusti presupposti per lo sviluppo economico e sociale.
L’obiettivo principale che ci siamo posti è quello di migliorare la qualità della vita dei cittadini cutresi, promuovendo il benessere e l’autonomia degli stessi, dei nuclei familiari e della comunità locale. Per fare ciò Liberamente intende muoversi su più livelli al fine di costruire con le altre istituzioni, con i soggetti del terzo settore – associazioni, cooperative, patronati, parrocchie ecc. – e naturalmente anche con i cittadini le necessarie sinergie che possano da un lato rafforzare le realtà già esistenti e dall’altro costruire azioni nuove in grado di rispondere ai bisogni rilevati.
Si intende, altresì, dare un segnale di rottura rispetto all’utilizzo delle politiche sociali negli anni passati, spesso considerate soltanto un modo per fare clientelismo e assistenzialismo, modalità che non hanno fatto altro che ledere la dignità dei cittadini. Gli interventi programmati da Liberamente mirano alla creazione di un settore che non abbia come priorità gli aiuti economici e gli interventi sui bisogni urgenti ma la creazione di una cultura sociale che metta al centro la persona, nell’ottica di una sua visione globale e non parcellizzata.
Questo è il motivo per il quale Liberamente adotterà una concezione moderna delle politiche sociali come parte integrante delle politiche economiche e, pertanto, diverrà inevitabile uno stretto coordinamento tra politiche sociali, culturali, formative e del lavoro.
Per poter implementare questa nuova visione dei servizi sociali, Liberamente ne rafforzerà il ruolo in ambito distrettuale, promuoverà a livello locale una cultura solidale incoraggiando le azioni del terzo settore e della comunità, potenzierà l‘ufficio dei servizi sociali e si interfaccerà con le istituzioni preposte per l’attivazione di progetti mirati.
La nostra attenzione, pertanto, sarà si rivolta verso i più deboli (bambini, anziani, disabili) e verso chi si trova in una reale situazione di necessità (malattia, povertà, disoccupazione, emarginazione, dipendenza) ma avvieremo azioni che mirano alla prevenzione di tali situazioni di disagio nonché alla promozione di una comunità più giusta ed egualitaria che consideri le politiche sociali non semplicemente politiche di tipo riparatorio – assistenziale ma politiche promozionali che puntano a creare condizioni di sviluppo e benessere.
Al fine di implementare quanto finora sostenuto si lavorerà su quattro macro-settori: anziani, disabili, bambini e giovani. Trasversale a tali settori è il bisogno di informazioni accurate e puntuali sui servizi, sulle prestazioni, sui diritti e sulle opportunità presenti nel territorio. A tal proposito sarà istituito un servizio di segretariato sociale ossia un ufficio in grado di fornire ai cittadini tutte le informazioni inerenti i servizi alla persona. Tale ufficio lavorerà di concerto con le agenzie del territorio al fine di indirizzare correttamente i cittadini, spesso disorientati nelle maglie della burocrazia.

Anziani

In merito al settore degli anziani si lavorerà per rafforzare il servizio di assistenza domiciliare per coloro che non sono autosufficienti, servizio finanziato sia a livello regionale che ministeriale. L’assistenza domiciliare garantirà la permanenza presso la propria abitazione anche agli anziani con maggiori difficoltà in termini di autonomia. In tale direzione si prevede l’attivazione di un servizio di trasporto sociale che garantisca una maggiore e più eguale mobilità, nonché il diritto di accesso ai servizi e agli uffici presenti sul territorio.
Nell’ottica di politiche sociali che non creino dipendenza ma autonomia, è importante contrastare il disagio derivante dalla solitudine e dall’isolamento attraverso l’inserimento della persona anziana in contesti che favoriscano processi di integrazione e socializzazione. Si parte, dunque, dall’idea che “crescere vuol dire invecchiare ed invecchiare vuol dire crescere”. Far propria questa idea presuppone guardare alla vita come ad un divenire, dove l’incontro fra le generazioni sta nell’ordine naturale delle cose.
Liberamente promuoverà, dunque, azioni finalizzate alla partecipazione della popolazione anziana alla vita attiva del territorio attraverso la realizzazione di un CENTRO DI INCONTRO E DI AGGREGAZIONE. La logica secondo cui si intende operare mira a spostare l’attenzione dall’anziano come fruitore di servizi ed interventi, all’anziano come soggetto portatore di esperienze, competenze, capacità pratiche, teoriche, storia e saggezza che lo pone come risorsa per l’intera comunità cittadina. Risulta centrale il recupero del ruolo sociale dell’anziano, che viene quindi visto come risorsa e come valore da ricollocare culturalmente e socialmente al centro e non ai margini dei processi sociali. Per fare tutto ciò, è necessario creare luoghi di interscambio generazionale e culturale, luoghi di incontro sociale ed educativo, punti di scambio di esperienze tra gli anziani, le nuove generazioni e le differenti culture. E per non disperdere le tradizioni le persone anziane verranno coinvolte nella costituzione di laboratori educativi artigianali al fine di riscoprire e valorizzare “i mestieri di una volta”. In collaborazione con la scuola primaria si potrebbero organizzare lezioni teoriche e pratiche su tali mestieri e sull’importanza dell’esercizio di una professione prevalentemente a carattere manuale nell’intento farli conoscere e di suscitare attenzione ed interesse nei cittadini di domani: i bambini.
Si promuoveranno altresì iniziative per l’impiego di persone anziane in attività socialmente utili, che possano essere per loro fonte di gratificazione e di riconoscimento sociale e che possano creare momenti significativi di incontro intergenerazionale, immaginando anche nuovi ruoli e nuovi obiettivi di utilità per l’intera comunità cittadina.

Disabili

Di loro la società si occupa molto poco. Sono spesso vissuti come un peso tanto che sono costretti a vivere relegati nelle mura domestiche senza possibilità di integrazione e socializzazione. E da questa constatazione che vogliamo partire per avviare azioni che vadano nella direzione dell’abbattimento di tutte le barriere soprattutto quelle mentali, pregiudiziali, frutto di ignoranza.
Punto di partenza potrebbe essere quello di creare, potenziare e finanziare iniziative e progetti socio- culturali che prevedano e facilitino il coinvolgimento anche di giovani con disabilità. Ma anche progetti di svago, di ritrovo, di socializzazione, di creazione di rapporti, per aiutarli ad uscire dai loro spazi, mostrarsi e vivere il territorio.
Oltre a ciò, Liberamente intende utilizzare parte dei fondi previsti dai Piani di zona per garantire ai disabili in età scolare un affiancamento educativo in ambito scolastico. Per i minori diversamente abili, soprattutto per quelli che, per diversi motivi, hanno avuto poche esperienze di relazione tra pari la scuola è forse il luogo dove meglio di ogni altro possono essere poste le fondamenta per uno sviluppo armonioso delle loro potenzialità nel rispetto della “diversità”, tenendo conto del momento evolutivo, dei ritmi e dei tempi di sviluppo personali. Assumere la diversità come elemento strutturale e non patologico presuppone il superamento della concezione che vede la persona con disabilità come soggetto che “riceve soltanto” dai compagni una serie di stimoli che influiscono sul suo sviluppo cognitivo, motorio, sociale, affettivo, ma soprattutto come persona che “offre” ai compagni l’opportunità di imparare ad esercitare valori quali la convivenza, pur nella diversità propria e altrui, la consapevolezza dei propri limiti, la tolleranza e la solidarietà.

Bambini

“I bambini sono il nostro futuro, una risorsa che si deve coltivare nel presente con la creazione dei giusti presupposti idonei per una crescita in linea con la loro vitale natura” (Anthony Lake e Josette Sheeran).
La creazione di una società migliore, basata sui valori dell’equità e della giustizia sociale, già più volte richiamati, non può che passare attraverso l’educazione e la socializzazione dei più piccoli. Sono loro il futuro ed è su di loro che bisogna agire per far crescere una nuova generazione in grado di lavorare per il bene comune, una generazione capace di rimuovere pienamente le storture della società di oggi.
Per loro intendiamo implementare e rafforzare l’offerta dei servizi educativi già precedentemente programmati dal Distretto mediante i Piani di Azione e Coesione finanziati dal Ministero dell’Interno. L’attivazione di uno spazio gioco per bambini da 0-3 anni ed il miglioramento della gestione dell’asilo nido saranno due delle priorità in questo settore, al fine di consentire alla famiglia ed in particolar modo alla donna una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Nel confrontarci su questo macro settore abbiamo inoltre avvertito l’esigenza di offrire anche spazi di gioco, di aggregazione ma anche di supporto e orientamento ai bambini in età scolare. Il nostro territorio dispone attualmente soltanto di attività sportive che, pur se fondamentali, non rispondono in maniera esaustiva alle istanze sia delle famiglie sia dei bambini. Offrire spazi ludici, aggregativi ed educativi, attraverso la realizzazione di attività culturali, ricreative, sportive, ma anche di supporto scolastico, di ascolto, di orientamento significa fare prevenzione e recupero dei minori con problemi di socializzazione o esposti al rischio di emarginazione e di devianza.

Giovani

Ai giovani la politica deve rivolgere il suo sguardo ponendo la più grande attenzione alle loro problematiche ed alle loro esigenze. I giovani vanno ascoltati nelle loro proposte in un rapporto di sussidiarietà.
Il nostro è un piccolo paese e non può offrire grandi attrazioni ma può e deve provare a offrire un contesto dinamico, sia in termini di spazi di ritrovo e di svago sia in termini di occasioni di crescita culturale e umana, affinché i nostri giovani possano sentirsi parte attiva di una comunità, riconosciuti nei loro bisogni e desideri e nelle loro capacità e competenze. Per questo, oltre a offrire loro uno spazio di ritrovo, crediamo sia necessario investire nella creazione di opportunità formative e aggregative ma anche opportunità di impegno e di autorealizzazione personale.
Gli obiettivi che Liberamente si pone in tale macro settore sono:
– prevedere programmi di formazione professionale e di indirizzo al lavoro;
– intercettare incentivi per le imprese del territorio a favore dell’occupazione giovanile;
– favorire la creazione di cooperative locali;
– favorire la conoscenza di bandi regionali ed europei che garantiscono finanziamenti anche a fondo perduto per l’imprenditoria giovanile;
– promuovere la creazione di luoghi di aggregazione e di incontro;
– attivare la “Consulta giovanile”, organismo che comprende i giovani dai 16 ai 25 anni e che ha il compito di formulare delle proposte, di realizzare concretamente dei progetti con il supporto dell’Amministrazione e di esprimere un parere consultivo sulle politiche giovanili del Comune.

Quarto laboratorio: Cultura e Politiche Sociali

Quarto laboratorio: Cultura e Politiche Sociali

Con la cultura non si mangia”. E’ una frase che troppo spesso abbiamo sentito ripetere per giustificare un atteggiamento distratto verso quel che, invece, è un fattore determinante e irrinunciabile di crescita civile e sociale. Ed è davvero preoccupante che questa erronea concezione abbia preso piede proprio in un Paese che storicamente ha fatto della cultura il suo tratto distintivo e il motore del suo progresso.

Va da sé che la povertà, il bisogno, il degrado e l’abbandono costituiscono da sempre il terreno più fertile per l’affermarsi dei poteri criminali e dei potentati economici e clientelari, avvitando ulteriormente la crisi della democrazia.

Stando così le cose, la nuova amministrazione sarà chiamata a svolgere un lavoro straordinario in questa direzione, dovendo attribuire priorità assoluta al risveglio culturale della comunità.

Saranno tre, nella difficile fase di ripartenza che occuperà l’intero mandato, i campi principali di intervento.

Il rilancio delle iniziative culturali in corso

Negli anni novanta fu avviata una benemerita operazione di riscoperta di Giò Leonardo di Bona e il contesto fu utile per tentare di promuovere la diffusione della cultura scacchistica nella comunità.

A circa vent’anni di distanza è giunto il momento di verificare i risultati di quell’operazione e a noi pare che gli sforzi sin qui compiuti non abbiano raggiunto l’obiettivo di far attecchire una nuova tradizione, di assicurare a Cutro l’immagine di “Città degli scacchi”: nell’immaginario collettivo e nelle nuove generazioni gli scacchi rimangono elemento avulso dalla cultura popolare.

LiberaMente ritiene che l’idea originaria sia tuttora valida, ma che occorra un piano di rilancio che coniughi meglio il fatto storico con l’impatto urbanistico, l’evento con il ritorno economico, la creazione culturale con la partecipazione popolare. A tali scopi il nostro gruppo si propone di realizzare il progetto denominato “Cutro, Città degli Scacchi”, già presentato nel corso dei lavori di “Agenda 21” e mai realizzato, che darebbe accesso a fondi comunitari anche per il recupero di beni storici come l’antico castello di Chirizzo.

Stesso discorso va fatto per tutto ciò che riguarda la tradizione del pane e dei prodotti enogastronomici che, pur essendo ben radicata nella cultura popolare, non riesce a sfondare il muro dei confini locali. Qui occorre lavorare insieme a tutti gli operatori del settore per la creazione di una filiera efficace e di un marchio di produzione riconoscibile almeno sul mercato regionale.

C’è poi la cultura religiosa, che a Cutro si rinnova con la straordinaria devozione al Crocifisso ligneo custodito presso il Santuario dei frati francescani. Anche qui riteniamo che ci sia bisogno di uno scatto di reni per capire, insieme alle autorità religiose e nel rispetto di tutte le sensibilità, come trasformare un atto di fede spontaneo in una risorsa riconoscibile e insostituibile per la città.

Nuovi spazi per la cultura

L’unico spazio utile per la cultura è attualmente la sala polivalente “Falcone e Borsellino”, che dovrà tornare ad essere uno spazio facilmente fruibile e perfettamente funzionale.

La biblioteca comunale “F. Grisi”, invece, va interamente ripensata ed affidata a personale adeguatamente qualificato. Lo stesso Premio Grisi, valido evento sul piano culturale, merita di essere ricondotto entro confini più consoni alla promozione della cultura, in primo luogo locale.

Ma questi spazi sono assolutamente insufficienti per il nostro bisogno di fare e assorbire cultura. La nostra città non ha un teatro, non ha un cinema, non ha un auditorium, non ha una sala di lettura, non ha un luogo deputato a promuovere integrazione culturale e aggregazione sociale; le strutture sportive pubbliche sono ridotte all’essenziale e sono di sempre più difficile fruizione.

Come pretendiamo che le nuove generazioni si innamorino di questa città se per quasi tutte le attrattive e le occasioni culturali, da vivere come spettatori o come protagonisti, bisogna allontanarsi da Cutro?

Al netto degli ordinari propositi di più libera fruizione degli impianti sportivi, quali luoghi naturalmente adibiti a promuovere aggregazione sociale, la nostra idea di medio termine è il recupero e la riconversione del vecchio mattatoio di Via S. Stefano in centro culturale aperto ai talenti del territorio.

La nostra intenzione è avviare sin dal prossimo autunno un percorso in sinergia con la dirigenza scolastica affinché gli istituti del territorio, terminata l’attività didattica, si trasformino in spazi aperti alla promozione e creazione culturale, luoghi di incontro e di integrazione, aree di aggregazione sociale. Un posto in cui trovi sfogo l’arte, l’estro, la fantasia, in una parola il talento degli artisti e di chiunque coltivi un sogno nel campo culturale. Immaginiamo le nostre scuole aperte e frequentate fino a tarda notte, perché vi si ospitano prove musicali, laboratori e mostre di pittura, rappresentazioni teatrali, caffè letterari, riunioni tra le realtà associative.

Nello stesso solco va l’idea di un primo intervento di recupero dell’immenso spazio attualmente occupato dal vecchio istituto “Diego Tajani”, struttura vittima di drammatici errori di programmazione e di atti di vandalismo che gridano vendetta sociale.

Liberamente intende innanzitutto revocare l’interesse manifestato per una riconversione a nuova Stazione dei Carabinieri, nella certezza che anche l’Arma troverà più conveniente e razionale l’utilizzo di una delle palazzine della incompiuta Caserma dell’Esercito.

Iniziative su vecchie e nuove tradizioni

Un evento culturale ben organizzato e pubblicizzato diventa occasione di circolazione e produzione di ricchezza, soprattutto se si riesce a renderlo unico e attraente anche per chi non è di Cutro.

Occorrerebbe allora inventarsi nuove iniziative che contribuiscano a caratterizzare i mesi di giugno e settembre, creando nuove occasioni di curiosità e di coinvolgimento del pubblico in un’ottica di destagionalizzazione del turismo.

Due aspetti vengono in mente: i vecchi giochi popolari e i nuovi sport praticabili nel nostro territorio.

I primi potrebbero essere lo strumento per organizzare un Palio popolare che coinvolga tutta la cittadinanza e inneschi una sana competizione tra i rioni del territorio, ivi compresi i rioni marini. Riguardo ai secondi, viene in mente la particolare caratteristica del nostro litorale, particolarmente apprezzato dagli amanti del wind-surf e kite-surf.